Come tutti voi sapete, l’apice della musica soul e r&b è stato raggiunto negli anni sessanta. Cantanti, autori, musicisti, canzoni memorabili, case discografiche, studi di registrazione, formavano un universo che ha segnato la storia della musica di ieri e di oggi. Se stiamo alla voce cantanti, ad alcuni è stata conferita “l’onoreficenza” di leggenda, Sam Cooke, Solomon Burke, Otis Redding, Wilson Pickett, Al Green, Etta James, Aretha Franklin, sono alcuni esempi. Fra di loro qualcun altro avrebbe potuto esserlo per l’alto tasso artistico, James Carr e Spencer Wiggins per esempio, ed anche Wee Willie Walker, uno dei più autorevoli ma misconosciuti esponenti del southern soul . Non stiamo a sviscerare i motivi di così poca notorietà, perché bastano le prime e le ultime parole delle note di copertina di questo CD: «il business della musica è pieno di ingiustizia e storie di grandi talenti che non hanno reso al top. (…..) Nessuno sa cosa riserva il futuro, ma se c’è una giustizia nel mondo della musica, è giunto il momento che Wee Willie Walker stia fra i giganti della soul music». Il responsabile delle suddette note è colui che di fatto ha agito nel tentare di ri/lanciarlo, l’armonicista Rick Estrin. Quando si conobbero tre anni fa grazie ad una amica comune, Julia Schroeder, Estrin si ricordò che il soulman era quello che incise negli anni Sessanta alcune piccole gemme uscite per Goldwax e Checker su 45 giri e rimase stupito, in positivo, che sia ancora in attività e contemporaneamente, in negativo, che il suo intatto talento non sia mai stato riconosciuto e che si sia spesso “sciupato” nelle bolge delle Blues Cruises. Estrin ha iniziato a mobilitarsi per toglierlo dall’anonimato, ha messo a conoscenza della faccenda il tastierista, (ex Robert Cray) Jim Pugh, e il chitarrista Kid Andersen il quale ha messo a disposizione il suo studio di registrazione, il Greaseland. (…) [continua a leggere nel n° 134 – Marzo 2016]
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