A dispetto del cartellone i Voosa, il nome che hanno scelto deriva proprio dalla trascrizione dal dialetto lombardo, urlare, si presentano non in trio ma in quartetto, con Mauro Ferrarese, Alessandra Cecala e Angelo “Leadbelly” Rossi, c’era infatti l’ottimo batterista Angelo Fiombo.

I quattro amici combinano blues e gospel, pescando dal comune amore per la tradizione tout court, soprattutto di materiale prebellico. Terreno già abituale per  Ferrarese e Cecala, sul quale Angelo Rossi si ritrova senza sforzo, seppur a volte lui, che è un po’ anarchico per sua stessa ammissione, possa sembrare, solo a tratti, meno coinvolto.

Foto di Matteo Bossi

E’ spesso Ferrarese a trainare il gruppo, prontamente seguito dai compagni, così avviene in “Grinning In Your Face” e “Jesus On The Mainline” o “Everyboyd Ought To Treat A Stranger Right”. “When They Ring The Golden Bells” è il primo omaggio a Sister Rosetta Tharpe, lo guida con sicurezza la voce di Alessandra Cecala. Convincente anche “Nobody’s Fault But Mine” con un crescendo finale pieno di fervore, poi un intermezzo  in territorio blues, “Bull-Doze Blues”, e di nuovo un gospel, “Eyes On The Prize (Hold On)”. Un paio di canzoni di Hank Williams, “Wealth Won’t Save Your Soul” e “Walk And Talk With The Lord” e Angelo ironizza sul fatto Williams è morto a pochissima distanza dalla sua nascita.

Foto di Matteo Bossi

Tra le cose migliori la ripresa di un brano dagli Staple Singers, “New Born Soul”, con tutti e tre molto centrati al canto e la chitarra di Rossi ad inseguire il riverbero di quella di Pops Staples. L’ensemble si diverte, ricordiamo ancora “Stewball”, la sezione ritmica funziona molto bene ed ognuno via via mette il proprio mattone alla costruzione del suono. L’ombra della Tharpe torna ad aleggiare sul quartetto, “Singing In My Soul” e “Ain’t No Grave”, prima di una chiusura sulle note di “Black Betty”. Bella serata di musica, di sicuro ha scaldato il pubblico, non numerosissimo ma molto partecipe, che ha sfidato le nebbie di una fredda serata milanese, per arrivare  al Teatro 89.

Matteo Bossi

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