Gennaio 1865: gli Stati Uniti d’America aboliscono la schiavitù di Mauro Musicco
Non si sarebbe potuto scrivere più chiaramente. Con un’affermazione semplice e solenne il Congresso degli Stati Uniti modifica la Costituzione, approva il XIII Emendamento e dichiara abolita la schiavitù. Prevalentemente concentrati negli Stati del Sud ne gioiscono quattro milioni di schiavi (2), è il gennaio del 1865 e sono trascorsi duecento anni dall’arrivo nelle colonie dei primi individui di origine africana (3). Una discontinuità culturale dirompente. Centocinquant’anni dopo, quell’affermazione ci appare quasi scontata ma il pensiero abolizionista impiegò secoli ad affermarsi sull’idea, naturale per un bianco del Nuovo Mondo, che un uomo di razza nera non dovesse essere altro che uno schiavo. La distanza che ci separa da quell’intendere… [continua a leggere nel n° 132 – Settembre 2015]
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