Anche se è stato uno dei pochi festival a non interrompersi in questi anni di pandemia, l’edizione 2022 del Trasimeno Blues Festival era particolarmente attesa da chi, nelle stagioni passate, aveva goduto del bel connubio, musica, buon cibo e località suggestive; questo a testimonianza del fatto che la kermesse negli anni ha saputo relazionare una formula vincente e molto amata.
Il Trasimeno Blues festival è tornato puntuale dal 19 al 24 luglio con un programma di ottimo richiamo per chi segue con costanza il mondo della cultura afro americana.
Preceduto da interessanti anteprime (Malick and The Smooth, Lebron Johnson, Nick Becattini feat. Ty LeBlanc) la partenza è stata affidata a Noreda Graves che ha battezzato una nuova cornice per il festival; la cantina di Monte Vibiano a Mercatello di Marsciano (PG).
È la terza presenza al Trasimeno per la cantante statunitense, da qualche anno stabilitasi in Europa e accompagnata da una line-up per gran parte italiana.
Presenta il recente album “Introducing Noreda”, e la performance ricalca quello che di buono già avevamo ascoltato nei live precedenti.
Una voce di grande talento e duttilità ben controllata da un artista che sta migliorando costantemente tra blues, soul e rhythm and blues.
La band la supporta in modo egregio e anche l’intesa dei singoli musicisti appare più compatta rispetto ad altre esibizioni.
Un bel set quello che ha aperto la 27esima edizione del festival testimoniato anche da una partecipazione festante del numeroso pubblico.
Melvin Taylor ci ricorda che la pandemia è ancora in atto e causa la sua positività cancella la data del Trasimeno Blues.
Un concetto di blues diverso, quello proposto dai Sacromud, progetto del chitarrista umbro Maurizio Pugno, in sostituzione a Taylor.
La contaminazione diventa la caratteristica di un linguaggio che alterna funk, rock, reggae, soul ed effetti vari in un contesto volutamente teatrale, ben suonato ma non molto coinvolgente.
Bello il connubio avuto con Andy J Forest musicista e autore che ricordiamo in tanti concerti anche qua nelle località del lago.
Assente da qualche anno l’occasione arriva anche in contemporanea all’uscita del nuovo “I Don’t Wanna Work”; Andy sorprende sempre per quelle immense qualità di armonicista e anche i Sacromud sembrano giovarne.
L’artista statunitense, di casa a New Orleans, sarà ospite anche del set dei sanguigni Superdownhome, duo che seppur relativamente di recente formazione abbia già collaborazioni importanti e saputo attirare l’attenzione del settore con un sound che alterna blues, punk e un pizzico di psichedelia.
Il forte impatto e un’energia “vera” sono il punto di forza di Enrico Sauda e Beppe Facchetti, che alternano originali a classici ottimamente arrangiati e saggiamente stravolti.
Dinamici e stilisticamente impeccabili offrono un gradevolissimo set insieme ad un sempre carismatico Andy.
Tanto pubblico giovedì 21 per seguire due pilastri della musica italiana in uno degli appuntamenti più attesi.
Fabio Treves e Eugenio Finardi insieme in un progetto che profuma di blues ma “racconta” anche di decenni passati su palchi e di periodi dove la musica viveva dimensioni forse più vere, più genuine.
Lo spettacolo è di alto livello; la compattezza e sinergia della Treves Blues Band sono sempre garanzia di grande evento e porto sicuro.
Le tante presenze al festival lacustre non scalfiscono la voglia di riascoltarli perché quando il “piatto” è godurioso, non smetteresti mai di mangiare.
Fra tradizionali, Chicago, downhome, ma soprattutto la capacità di tenere il palco come pochi, Alex Garriazzo, Gabriele Delle Piane e Massimo Serra, offrono un supporto solidissimo e dinamiche invidiabili.
Lo show si trasforma, come se non bastasse, con l’arrivo di Eugenio Finardi, inserendo tutte quelle atmosfere ipnotiche e magiche che solo i grandi sanno offrire; un connubio che va al di là del lato musicale e questa umana energia è stato il segreto di uno dei più bei concerti del festival.
Una presenza potente, una voce che cattura in un turbinio di classici che però emanano colori rinnovati e accenti vitali.
Il Trasimeno prosegue il suo cammino con un altro gradito ritorno. Ricordiamo ancora con grande affetto una delle sue prime partecipazioni al festival quando giovanissimo e ancora non notissimo sorprendeva per quel suo naturale talento. Le sono cambiate da allora ma Francesco Piu si è trasformato in uno dei migliori esponenti del blues italiano e non solo.
Già abbiamo parlato in altre recensioni delle sue infinite qualità che maturano di anno in anno, ma quello che piace è anche il suo approccio ironico e genuino.
In questa nuova esibizione è stato il solito tornado di blues, rock e soul, con quella personale vena melodica che lo contraddistingue e rende il suo suono “mediterraneo”.
Tecnica infinita a sostegno di un grande pathos.
Un musicista unico.
Come unico è stato Davide Speranza, funambolico armonicista, conosciuto per essere uno dei migliori del nostro paese, in un connubio riuscitissimo e coinvolgente.
Cambio di direzione nel set successivo; il mondo musicale deve molto a personaggi come Martha High che con il loro lavoro silenzioso e costante hanno fatto la fortuna di carriere d’icone passate, supportandoli e arricchendo le loro performance.
Oggi Martha ha da qualche anno una propria avventura incentrata ovviamente su quella tradizione legata ai tanti personaggi con i quali ha lavorato.
Un classico concerto di soul ben allestito da un’ottima band L’Italian Royal Family di Luca Sapio.
Martha mostra tutta la sua esperienza e i segreti di entertainer rubati ai pilastri con i quali si è legata artisticamente, James Brown in primis.
Seppur la sua pregevole voce non sia sempre precisissima, quella di venerdì 22 è stata un’altra bella serata in una caldissima giornata lacustre, dove si sono raggiunti i 40 gradi.
Altra presenza numerosa di pubblico per il concerto di Seun Kuti, figlio del leggendario Fela.
I colori e i ritmi di mama Africa nel groove incessante e incantatore che racchiude importanti elementi del soul afro americano.
Il lavoro e le linee melodiche della sessione fiati ne sono prova.
Il festival ci ha abituati negli anni a proposte provenienti dal continente nero e come in passato la serata è stata l’occasione per godere, quasi in modo ammaliante, di un beat che trascina anima e corpo.
Lo show è concepito come una vera e propria festa in un turbinio di linee di basso incessanti e insistenti.
Messaggi importanti che rendono il set anche un forte divulgatore politico, anche se il pubblico presente è presto occupato a partecipare in veste di ballerini e poco recettivo ad altro.
Se la vostra esigenza è quella di farvi trainare da un ritmo quasi continuo, magnetico quasi ancestrale, il concerto faceva al caso vostro.
L’animata partecipazione di un pubblico festante è stata comunque il miglior indicatore per decretare un altro successo del festival.
L’ultimo appuntamento di questo Trasimeno era evento molto atteso e in una Rocca ricolma sale sul palco Eric Gales, recente vincitore del Blues Music Award come miglior chitarrista dell’anno.
Il musicista di Memphis, sorprende.
Qualcuno aspettava forse un set a “tutto gas” e dai roboanti ritmi hard!!!!
Contrariamente Eric dimostra di essere artista di buon gusto e di grande dinamismo, alternando momenti di ottimo soul, classic funk a intermezzi più rock oriented, ma comunque sempre adeguati al contesto.
È un mood melodico quello che offre.
Arrangiamenti patinati e ben calibrati per un chitarrista dotato di tecnica straordinaria, ma non ostenta mai il suo lato di virtuoso.
È il groove, il cuore pulsante di un interessante set, che rimarca anche il forte concetto di contaminazione ormai incline in una cultura musicale, quella americana, sempre alla ricerca di originalità e innovazione.
Gales si è dimostrato musicista elegante e maturo, ed è forse questo il segreto dei suoi recenti successi.
Da non sottovalutare nemmeno la sua infinita pazienza che lo ha visto impegnato in quasi un’ora, post concerto, di autografi e foto.
Altri eventi hanno completato l’edizione di quest’anno come presentazioni di libri e interviste agli autori; ci siamo inoltre persi i concerti di Mario Donatone e Giò Bosco, Savana Funk, The Wilde Side, la marching band de Gli Sbandati e altro ancora.
Trasimeno Blues 2022, sei giorni di grande musica, ma soprattutto emozioni vere che hanno decretato una delle migliori edizioni del festival; la qualità del suo programma è stata alta e sta crescendo di anno in anno…non vediamo quindi l’ora di scoprire quali sorprese arriveranno nel luglio 2023….non mancate…… perché il blues ha bisogno anche di voi.
Simone Bargelli
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