Tiziano Galli

Queste sono le righe che non avrei mai voluto scrivere. Perché con Tiziano Galli non se ne va soltanto un fantastico chitarrista e un uomo di blues, ma anche un grande amico con il quale ho condiviso veramente tanto. Faccio fatica a parlare di lui al passato e non è nemmeno facile ricordare un momento fra i moltissimi che abbiamo condiviso. Dal mitico viaggio a Memphis con i T-Roosters, che hanno avuto l’onore di rappresentare l’Italia in un contest che raccoglieva centinaia di blues band americane con una rappresentanza importante dal resto del mondo. E “gli italiani” hanno sorpreso tutti, perché all’estero non sanno quanti bluesman di valore ci sono nel nostro Paese. E il Tiz, insieme agli inseparabili Lillo Rogati, Giancarlo Cova e Marcus Tondo si è fatto valere alla grande. Io li guardavo da sotto il palco, la gente si avvicinava e mi chiedeva: ma veramente siete italiani? Ero lì con loro, come diceva Tiziano, come “il quinto dei Beatles”: e a questo punto dovrei raccontare delle ore trascorse a inventare musica nel giardino di casa Galli, con un’immancabile bottiglia di vino e le sigarette. Oppure, d’inverno, nella sua mitica taverna. Io che portavo testi e qualche idea e il Tiz che imbracciava la chitarra e ci costruiva sopra i “nostri” blues con una semplicità disarmante. Era tutto istinto e passione Tiziano, un artista puro che – come diceva lui – non sapeva “vendersi”, e nemmeno gli interessava. A lui interessavano la sua musica, gli amici e la sua splendida famiglia. Barbara, con la sua naturale dolcezza. Mattia e Jacopo, con il talento musicale ereditato dal papà. E ora saranno loro a continuare a regalare musica al mondo. Non mi è capitato spesso di trovare persone così accoglienti e generose. Quelle giornate trascorse a creare musica sono indimenticabili e irripetibili, e mi mancheranno tantissimo. Mi mancherà il sorriso del Tiz, la sua maestria con la chitarra, la sua voce passionale e intensa. Perché Tiziano era un artista a tutto tondo e un uomo speciale, capace di illuminare giornate grigie con la sua vitalità. Ed era un uomo intelligente, capace di ascoltare, fantastico quando raccontava lui e parlava di quel blues che è un amico e un compagno di viaggio, ma chiede tanto. In questo caso, troppo.

Tiziano Galli

Abbiamo scritto insieme una cinquantina di canzoni, che il Tiz, Lillo, Gianca e Marcus hanno portato nelle sale di registrazione e trasformato in un flusso di note e di memoria che resterà sempre vivo. Sappiamo che in Italia, con il blues, non campi. Non ti conosce nessuno, se non in quella congrega di appassionati che si incontrano fra loro ai festival e ai concerti, o che si sentivano uniti grazie a Marino Grandi e alla rivista che per decenni ha tenuto alto il nome di questa musica. Ora Marino non c’è più, ma è rimasto Davide, suo figlio, che continua con passione a parlare di musica e a bazzicare artisti. Perché il blues passa di padre in figlio, a volte, come uno spartito che segna il tempo delle nostre anime. Stavo quasi per dimenticare il progetto da cui è iniziata la collaborazione con il Tiz, quello dei Nerves and Muscles insieme ai mitici Angelo Rossi e Max Prandi, due giganti, e in seguito al talentuoso Vittorio Giuffrida. Dio sa quanto ho rotto le scatole a tutti per realizzare un Cd che, a mio parere, rimane unico nel panorama italiano. Non migliore, sia chiaro, ma unico. Ai tempi non conoscevo Tiziano, ma quando siamo andati a registrare le prime prove nella sua taverna chiedergli di far parte del progetto è stato naturale. E lui ci si è gettato con la solita passione e con quella chitarra che parlava, miagolava, si scatenava con lo slide o si scioglieva negli assoli sensibili dei lenti, forse la parte migliore del Tiziano musicista. Perché il Tiz quella chitarra la faceva parlare, e gli riusciva così facile, come se fosse nato per quello. E ora rimangono i ricordi, le risate, i momenti in cui parlavamo della vita e del mistero che si porta dietro. Allora ciao Tiz, ora conosci le risposte e, ne sono certo, sei già stato ingaggiato da qualche band celestiale. Naturalmente di nicchia, perché la musica dell’anima piace a tutti ma quasi nessuno lo sa, e anche “di là”, ci puoi scommettere, c’è un manipolo di appassionati che ha occupato un angolo di cielo, con gli angeli che vanno ad ascoltare di nascosto. E ballano, e magari si uniscono al coro. Allora ciao Tiz, so che quando sarà il momento sarai lì ad aspettarci in un luogo che abbiamo sempre sognato, un locale senza pareti dove si può suonare, cantare, danzare e stare insieme senza stancarsi mai. Ma sino ad allora ci mancherai, Dio sa quanto ci mancherai.

 

Paolo Cagnoni

 

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