“Live and Loud” della Zac Schulze Gang cattura l’energia elettrica e la potenza grezza di una band che appare fin dalle primissime note al top della forma: l’apertura è infatti offerta dalla celeberrima “I’m a Man” degli Spencer Davis Group, datata 1967 e che solo due anni dopo gli allora Chicago Transit Authority avrebbero reso assai popolare. In questa ruvida interpretazione del trio di Schulze emerge la forza innegabile del loro sound, con un lavoro di chitarra del leader che quasi ricorda il vigore esecutivo degli MC5. Proseguendo l’ascolto con “Hole in My Pocket” e “Dry Spell” incontriamo un paio di energici rock blues che coinvolgono l’ascoltatore in modo molto diretto, specie nel secondo caso, dove gustiamo gli esaltanti assoli della sezione ritmica. L’interazione straordinaria che la band riesce a creare non viene certo meno nella riproposizione di “Walkin’ The Dog” di Rufus Thomas, uno slow blues dove emerge tutta la notevole espressività della sei corde di Zac: non a caso i tre hanno ricevuto diversi riconoscimenti e attestati di stima, sia nel Regno Unito da cui provengono, sia nel resto d’Europa e negli States, dove si sono esibiti con grande successo.
La tregua non dura a lungo, perché si torna a pieno regime con una versione cruda e ringhiante di “She Does It Right” dei Dr. Feelgood, quasi un tuffo nel punk che mette in mostra la spinta inarrestabile della Zac Schulze Gang e la chitarra ritmica in stile Wilko Johnson. Nel passare all’interpretazione di “I Fall Apart” di Rory Gallagher brillano sia la voce appassionata e la chitarra di Zac, che regala un altro momento di vera emozione in mezzo alla potenza hard-rock dell’album. L’ultima traccia è un ottimo medley che passa senza soluzione di continuità da “Messin’ With the Kid” a “Oh Well”: un finale perfetto, che lascia l’ascoltatore senza fiato e desideroso di altro. La Zac Schulze Gang appare decisamente una formazione che sa esprimersi al meglio sul palco, dove la loro potenza collettiva, energia e alchimia sanno combinarsi perfettamente. Quest’ottimo lavoro, seppur limitato a sette tracce e neppure 40 minuti, è un proclama della vitalità del blues, che sa rendere omaggio alle icone del blues-rock attraverso un sound incisivo, che unisce efficacemente il passato e il presente del blues britannico e americano.
Luca Zaninello
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