THE STAPLE SINGERS Come Go With Me - The Stax Collection

Il nostro debole per Mavis Staples è ormai di pubblico dominio, non solo per la splendida voce che continua a regalarci nonostante l’età, ma anche per essere una persona meravigliosa, ne siamo stati testimoni quando l’abbiamo incontrata a Lucerna qualche anno fa.

Trovarci tra le mani questo cofanetto è stata quindi una sorpresa, che ci ha catapultato indietro a quel 1993 del nostro primo viaggio oltreoceano, quando assistemmo all’esibizione al Chicago Blues Festival proprio degli Staple Singers, e ancora risuona nelle nostre orecchie la mitologica “Respect Yourself”.

Gli Staple Singers nascono attorno alla figura del patriarca Roebuck “Pops” Staples, e vedono la presenza dei figli Cleotha, Pervis, Mavis and Yvonne, che sostituì il fratello Pervis quando fu arruolato nell’esercito degli Stati Uniti e successivamente nel 1970.

In questo cofanetto sono presenti ben 7 CD, ovvero l’integrale dei sei album incisi in studio per l’iconica etichetta Stax (tra il 1968 e il 1974), con l’aggiunta di un settimo CD che offre rarità, singoli non originariamente pubblicati nei sei album e registrazioni dal vivo dal leggendario Wattstax music festival del 1972.

Chiude il cerchio uno splendido booklet con foto d’archivio e testi realizzati per l’occasione dallo specialista di musica americana Levon Williams, curatore del box e già responsabile tanto dello Stax Museum che del National Museum of African American Music, nonché dall’etnomusicologo e saggista Langston Wilkins.

I master sono stati ottenuti dai nastri originali da Jeff Powell di Take Out Vinyl. Difficile esprimere il piacere nel gustarsi tanta musica, cominciando da “Soul Folk In Action” prodotto e re-mixato da Steve Cropper con  la loro versione di “(Sittin’ On) The Dock Of The Bay” di Otis Redding, o la bellissima “The Weight”, mentre da “Be Altitude: Respect Yourself” ovviamente l’indimenticabile “Respect Yourself” o l’altrettanto famosa “I’ll Take You There” che raggiunge la prima posizione nella Billboard Top 100 negli anni Settanta, per non tralasciare “Who Do You Think You Are” da Jesus Christ Superstar, il tutto con la sezione ritmica di Muscle Shoals.

In “We’ll Get Over” oltre all’omonima troviamo la simpatica “Games People Play”, mentre nel disco “Be What You Are” troviamo “If You Are Ready [Come Go With Me]” che ha dato il suo nome a questa raccolta. “The Staple Swingers”, del 1971, con le tre sorelle Staples and canto, un sound molto black, come in “What’s Your Thing” o “Almost” per non parlare di “I Like The Things About You”, ancora più incisiva nella versione live a Wattstax, assieme ovviamente a “Respect Yourself” e “I’ll Take You There”.

Accanto alla manciata di brani che vi abbiamo segnalato ci sono delle bellissime gemme che raccontano in musica un periodo, quello degli anni ’60 e ’70, da molti definito magico, ma sicuramente unico quanto a confluenza di diverse tensioni sociali e artistiche, nonché la lotta per i diritti civili, da sempre la bandiera degli Staple Singers. Proprio nel concerto al Chicago Blues Festival lo stesso Pops ricordò il reverendo Martin Luther King Jr, le cui idee e battaglie risuonano in tutti i dischi anche di Mavis Staples.

Sebbene siamo consci di essere solamente polvere cosmica proveniente da qualche cometa lontana, ospiti per una frazione limitata di tempo di questa roccia in orbita attorno ad una stella di media grandezza, sentiamo fortunatamente e fortemente questo senso di fratellanza universale con tutti gli esseri umani anche grazie alla musica della famiglia Staples.

[Davide Grandi – Il Blues n. 154, Marzo 2021]

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