Susan Tedeschi

Nel 1998 veniva pubblicato “Just Won’t Burn” esordio di Susan Tedeschi per l’etichetta di Boston, Tone-Cool, dopo l’autoprodotto “Better Days”(1995). La label fondata da Richard Rosenblatt, attiva dalla metà degli anni Ottanta al 2006, ha lasciato il segno con produzioni di artisti emergenti, potremmo citare, oltre a Susan, i North Mississippi Allstars o Monster Mike Welch ma anche di talenti originari di New England e dintorni come Tony Lynn Washington o Paul Rishell & Annie Raines. Il disco venne recensito nel n. 63 de Il Blues dall’amico Paolo Cagnoni, che si era così espresso all’epoca, “[…] Grintosa e convinta, ispirata e capace sia di affrontare rock / blues tirati ma mai gratuiti, sia ballate più morbide e dolci. Susan mi ha veramente sorpreso. […] se riuscirà a mantenere la sua purezza e il suo entusiasmo potrà fare molta strada […]”.

Ecco, potemmo dire che Cagnoni sia stato buon profeta e da allora di strada Susan ne abbia percorsa davvero molta, da sola o dal 2010 con quella formidabile famiglia musicale chiamata Tedeschi Trucks Band. Ce lo ricorda anche questa ristampa da parte di Fantasy/Universal, casa, discograficamente parlando, della Tedeschi Trucks, per il venticinquennale dell’album. Un lavoro spartiacque, dunque, non solo per la carriera di Susan, di cui costituisce un passo importante e fortunato, furono molto buone anche le vendite all’epoca, arrivando a disco di platino, ma altresì per quelle di altre figure coinvolte nella sua realizzazione. Pensiamo ad esempio al produttore e batterista Tom Hambridge, divenuto negli ultimi quindici anni molto affermato e richiesto oppure al talentuoso e sfortunato Sean Costello, ancora teenager al momento di queste registrazioni, eppure chitarrista dallo stile già definito e autore di molti degli assolo dell’album. Costello morirà nel 2008, appena ventottenne.

Il tempo è stato generoso con la musica contenuta in questo disco, tanto è vero che alcune canzoni qui presenti fanno ancora parte del repertorio allargato della TTB, pensiamo alla ballad di John Prine “Angel From Montgomery” o al classico di Junior Wells “Little By Little” o ancora la canzone titolo, uno slow blues che mette in luce la notevole espressività della voce di Susan. Uno strumento, la sua voce, che gli anni hanno reso ancor più ricco di colori e sfumature, come sa chi abbia avuto la fortuna di assistere ad un concerto della formazione guidata dai coniugi Trucks.

Come ogni celebrazione che si rispetti, anche questa nuova edizione è stata arricchita rispetto al disco originario di cinque tracce, oltre a foto e nuove note redatte da Ashley Khan e dalla stessa Susan. Oltre a dirsi incredula per tutto quel che è accaduto dopo, “talvolta mi sento come Forrest Gump”, scrive, ribadendo come sia stato il blues a portarla fin qui. E una delle due outtake qui presenti è proprio un blues, “Voodoo Woman”, ottima rilettura di un brano di Koko Taylor, mentre la seconda è un pezzo piuttosto differente dal resto, “Waste Of My Time”, breve e dall’incedere scandito, con bell’intreccio di chitarre tra Tedeschi e Sean Costello.

La glassa sulla torta, infine, risiede nelle due versioni dal vivo tratte da concerti della Tedeschi Trucks al Beacon di NY nell’ottobre del 2022. Basta l’ascolto per accorgersi della crescita e maturazione come musicista di Susan, sia come cantante in grado di emozionare con una “Looking For Answers” illuminata anche dal lirismo senza pari della slide di Derek Trucks, che come chitarrista. Tocca a lei prendersi la scena in una “Just Won’t Burn” con un assolo centrale impeccabile per gusto e dinamiche. Forse, per la stessa Tedeschi, questa ristampa ha avuto l’effetto di una fotografia (sonora) del passato che si osserva con un sorriso e un pensiero per le curve che la vita ci ha posto davanti, per arrivare al presente.

Matteo Bossi

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