Dopo un EP e l’ottimo album d’esordio “Keep on Turning”, Seth Rosenbloom si ripresenta con un nuovo lavoro: il cantante e chitarrista di Boston è affiancato dai concittadini Sonya Rae e Ryan Taylor, dal tastierista Bruce Bears, mentre la sezione ritmica è affidata a Jesse Williams e Mark Teixeira, tutti veterani di grande esperienza. La qualità dell’intesa emerge fin dalla title-track iniziale, originariamente scritta da Tony Joe White nel 1972, che il nostro valorizza con un cantato pieno di sentimento: il ritmo rallenta nella successiva “Did You Try to Break My Heart”, composta insieme a Sonya Rae che arricchisce il ritornello con la sua voce mentre i due assoli di chitarra risultano particolarmente ispirati. Entrambi sono nuovamente coautori di “Gotta Roll”, ben caratterizzata dal drumming di Teixeira e dalla freschezza del piano di Bears, come pure di “Set Me Free”, altro blues cadenzato con un riff schietto che diventa subito familiare.

L’interpretazione di “Can’t Trust Your Neighbor” di Freddie King è magistrale, per uno slow che valorizza tanto le doti canore che chitarristiche del leader: la fluidità dei suoi assoli sa definire al meglio ogni traccia, qualsiasi sia lo stato d’animo che si vuole esprimere. Lo sottolineiamo per la scoppiettante “Ain’t Nothing Wrong” piuttosto che nell’atmosfera quasi gospel di “Blind Eye”, entrambi originali che dimostrano la versatilità di Seth, assai abile anche nella cura degli arrangiamenti. Il tributo a Ronnie Earl è offerto da “I Wish You Could See Me Now” mentre la conclusione è lasciata all’altro slow “Give Me The Ring Back”, scritta e pennellata con maestria dal Rosenbloom, capace di creare un’atmosfera coinvolgente e intima, a tratti sofisticata con il calore dell’hammond e i suoi fraseggi che richiamano la spontaneità di BB King.

“As the Crow Flies” conferma tutte le qualità del chitarrista, certamente debitore ai già citati maestri del blues, ma altresì capace di delineare una sua personalità: “per me suonare il blues significa esprimere emozioni” ha dichiarato Seth Rosenbloom, e certamente questo lavoro lo evidenzia in modo molto chiaro.

 

Luca Zaninello

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