Mavis Staples

[…] Now you understand / Just why my head’s not bowed.
I don’t shout or jump about / Or have to talk real loud […]

Prendiamo in prestito i versi di questa poesia di Maya Angelou per celebrare gli 85 anni di una signora semplicemente unica, Mavis Staples. Anche se i festeggiamenti in realtà sono già cominciati, un grande concerto in suo onore si è tenuto a Los Angeles lo scorso 18 aprile con la partecipazione di moltissimi suoi amici e colleghi, con l’approssimarsi della data ufficiale, il 10 luglio, abbiamo pensato di cogliere l’occasione per renderle un piccolo, sentito, omaggio. In primo luogo, grazie alla sensibilità di chi, come Sara Bao,  ha avuto la fortuna di rivederla in concerto all’Azkena Rock Festival in Spagna.

Già, perché, l’indomita Mavis non ha alcuna intenzione di fermarsi finchè avrà forza.  “I’m the messenger, I just can’t give up while the struggle’s still alive. We’got more work to do”. Sono del resto le parole contenute nel libro illustrato, di recente pubblicazione, “Bridges Instead Of Walls-The Story Of Mavis Staples”, che racconta la sua storia. Difatti è tornata in tour anche in Europa nel mese di giugno, per una serie di date che, purtroppo, non hanno, ancora una volta, incluso alcun passaggio in Italia. Quindi, riascoltando grazie alla recente ristampa da parte della Omnivore il live “Africa 80” degli Staple Singers, recensito qui di seguito. Infine, abbiamo attinto dagli archivi della nostra rivista per riproporre alcuni articoli incentrati sulla storia o momenti di essa, di questa straordinaria famiglia.

Il Box Faith & Grace

Come Go With Me The Stax Collection

Freedom Highway La strada della libertà

Una marcia infinita verso la fratellanza

 The Staple Singers-Africa 80

È un buon segno che il catalogo degli Staple Singers sia stato oggetto di una costante riscoperta e ripubblicazione in anni recenti, spesso in parallelo ai dischi solisti di Mavis. Pensiamo al box antologico “Faith And Grace” o alle ristampe integrale del loro catalogo sia su Epic “For What It’s Worth-The Complete Epic Recordings” che poi su Stax. “Come Go With Me-The Stax Collection”. La Omnivore, specializzata in ristampe,  a partire dal 2020, ha rieditato  tre album apparsi a fine anni Settanta su etichetta Warner Bros e accreditati a The Staples, “Pass It On”, “Family Tree” e “Unlock Your Mind”. Ricomponendo così un altro tassello nella loro vasta discografia, seppur forse meno conosciuto rispetto agli anni Stax, ma interessante per capire come abbiano navigato attraverso decadi di musica.  La stessa label ha da poco messo in circolazione una registrazione dal vivo intitolata “Africa 80” e uscita nel 1983 per varie label in maniera più meno legale, se ne contano edizioni su Nashboro, Phoenix e Liquid e in alcune compilation.

In questo caso il suono è stato rimasterizzato e sono state redatte nuove note da parte di Tim Dillinger-Curenton. I dischi dal vivo nella lunga carriera di Pops Staples e dei suoi figli non sono, a ben vedere, moltissimi, seppure molto significativi per non dire storici. Ci riferiamo al bellissimo “Freedom Highway” uscito su Epic nel 1965 e riproposto in una versione espansa per il cinquantennale di quella stagione spartiacque. Ma resta negli annali anche la loro partecipazione al concerto del 1971 proprio in un paese africano, il Ghana, immortalato anche dal film “Soul To Soul” che li vedeva protagonisti accanto a Wilson Pickett, Ike & Tina Turner, Roberta Flack, Santana e altri. Per non parlare poi della loro performance a Wattstax l’anno seguente, all’apice del loro successo con la Stax oltre ovviamente, qualche anno dopo, a The Last Waltz.

Questo live, raccolto in una data imprecisata del loro tour in Africa fotografa, probabilmente, un loro concerto tipo del periodo, con un repertorio che tralascia la produzione più recente su Warner, fondato in larga parte sulle pagine celebri degli anni Stax. Non manca qualche sorpresa come l’iniziale, funky “Ease On Down The Road”, un pezzo proveniente dal musical The Wiz (una rivisitazione del Mago di Oz), poi divenuto anche un film diretto da Sidney Lumet (in cui era contenuta una versione di questo brano interpretata da Diana Ross e Michael Jackson).

Coinvolgono il pubblico, come fosse in chiesa la domenica, per una fin troppo breve “Will The Circle Be Unbroken” e in una trascinante “He’s Alright”, con la voce di Mavis a guidare tutti e Pops che approva il battimano, “you can clap, we like that!”. Non sorprenderà trovare un’allusiva “Let’s Do It Again” scritta da Curtis Mayfield per la fortunata colonna sonora dell’omonimo film di Sidney Poitier, una canzone che fa tuttora parte del repertorio dal vivo di Mavis. Quando poi quest’ultima si prende tutta la scena recuperando “A House Is Not A Home”,  ballad firmata Bacharach già  sull’esordio solista del 1969, si ha l’ennesima riprova delle qualità espressive senza pari della sua voce. Del resto, ricordiamo, Al Bell nel documentario “Mavis!”, uscito qualche anno fa, affermava, “Aretha is Aretha but she is no Mavis Staples!”. Gran finale con una doppia “Touch A Hand Make a Friend”, contagiosa e potente, un caldo invito alla fratellanza e all’amicizia, un’apoteosi sublimata ancora da Mavis a rilanciare il canto di continuo, spostando più in là il traguardo. L’ascolto o il riascolto degli Staple Singers costituisce, anche questa volta,  una bella riserva di vibrazioni positive.

Matteo Bossi

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