Serata all’insegna del soul/funk al Biko, quella dello scorso 25 novembre, l’appuntamento principale è col concerto di Martha High. La cantante di Washington D.C. per tanti anni al servizio di James Brown, ha presentato anche nella data milanese, il disco in uscita per la Record Kicks, “Tribute To My Soul Sisters”. Ad accompagnarla, dal vivo come su disco, la band giapponese Osaka Monurail specializzata soprattutto nei suoni e arrangiamenti di James Brown, come dimostrano fin dai primi loro pezzi introduttivi.
Quando la High arriva sul palco sulle note “The Hardest Working Woman In Town” cattura subito l’attenzione del pubblico, la cui distanza dal palco è nulla, fa ballare o rallenta i tempi, chiamando la risposta sia della voce femminile che delle voci maschili della band. Dal suddetto disco ha estratto vari brani chiamando la sua interprete originale, le Funky Divas di Brown ed ecco quindi “Think (About It)” portata al successo dall’amica Lynn Collins, “Answer To Mother Popcorn” (Vicky Anderson), citando in un lungo medley anche Marva Whitney, Sugar Pie Desanto e Tammi Terrell. Canta anche pezzi della sua storia come “This Is My Story” che dice “cantavo da giovane con un gruppo chiamato The Jewels”, per passare ad un excursus nella disco music anni settanta dove ha alternato “My Ding Dong Man”, uno spiritoso singolo da lei pubblicato all’epoca, con uno dei maggiori hit di quel periodo “Ring My Bell”.
Altre citazioni da James Brown si colgono qua e la, da “Showdown” a “ColdSweat” a “Sex Machine”. Quasi due ore complessive di musica, di cui circa la metà guidate dalla High con canto ancora dinamico e autorevole. Spazio anche per i bravi giapponesi, che hanno evidentemente mandato a memoria, stacchi, arrangiamenti di fiati, il pulsare della sezione ritmica e due chitarristi che non escono mai dai compiti loro affidati. Una bella serata, ma quando si va in quel club per i concerti, c’è sempre una inspiegabile lunga attesa rispetto ad un orario annunciato.
Matteo Bossi e Silvano Brambilla
Comments are closed