Da trent’anni Margo Cooper (avvocato) coltiva una passione, documenta e fotografa le vite dei musicisti blues, le loro famiglie, case, quartieri, festival e concerti. Il suo lavoro, in bianco e nero, abbina immagini da portfolio di numerose figure leggendarie quali Bo Diddley, Honeyboy Edwards, B.B. King, Pinetop Perkins e Hubert Sumlin a scatti giovanili di Cedric Burnside, Shemekia Copeland e Sharde Thomas, a loro volta più o meno quarantenni. La Signora Cooper ha iniziato a fotografare nel 1993 nei club del New England, poi a Chicago e ben presto nel Mississippi e ad Helena in Arkansas. “Deep Inside The Blues” è una raccolta di interviste e fotografie di dozzine di musicisti blues del Mississippi. Nella prefazione William R. Ferris, autore e accademico, già presidente della National Endowment for Humanities, descrive quest’opera come un “contributo rilevante alla nostra comprensione del blues e dello stato del Mississippi” e lo considera come un complemento importante ad altri lavori di riferimento.

Deep Inside The Blues” (University Press Of Mississippi) un volume di 350 pagine, con 160 superbe fotografie in bianco e nero, molte delle quali inedite e interviste trascritte minuziosamente con trentatre leggende del blues mississippiano. Le immagini hanno una forza che va dritta al cuore della musica suonata nel Sud. I  musicisti raccontano con dovizia di particolari le loro condizioni di vita difficili e come la musica li abbia aiutati a sopravvivere al razzismo  alla violenza del quotidiano. Al di là degli stereotipi del genere, i musicisti, messi a loro agio, parlano in modo diretto del potere catartico di una musica ipnotica e gioiosa. Le dichiarazioni, riportate fedelmente, restituiscono il linguaggio vernacolare, uno specchio a due facce delle vicissitudini che ritroviamo nei testi della musica afroamericana.

“Queste persone sono stati i miei insegnanti” afferma lei, “venivo dal nord, non avevo vissuto quelle esperienze e le persone sono state pazienti, amichevoli. Ci sono andata perché ero interessata alle storie che si nascondono dietro la musica e alla presa di coscienza che hanno vissuto queste persone di cui sono diventata amica e che ho fotografato.” Il libro è organizzato in quattro parti. La prima sezione, “Chicago Called”, tratta la migrazione di alcuni musicisti verso nord, a Chicago, in cerca di migliori condizioni di vita e occasioni di suonare. Ritroviamo il batterista Willie “Big Eyes” Smith, suo figlio Kenny, Calvin “Fuzz” Jones e Luther “Guitar Junior “Johnson. Le altre tre sezioni trattano dei differenti stili blues del Mississippi, a seconda della loro localizzazione, il Delta, Beyond The Delta (che comprende i Piney Woods) e Hill Country. Nella parte dedicata al Delta compaiono figure note quali Sam Carr, Robert “Bilbo” Walker, Cadillac John Nolden e altre meno, Joshua “Razorblade” Stewart o Mississippi Slim. “Beyond The Delta” include passaggi su L.C. Ulmer, Willie King, Jimmy “Duck “Holmes e l’armonicista Bud Spires, partner di Jack Owens a Bentonia.

L’ultima sezione, quella sulle colline nord-mississippiane, è incentrata su Otha Turner, Calvin Jackson, Earl Little Joe Ayers (già bassista di Junior Kimbrough), Gary e Cedric Burnside. Margo Cooper mette in relazione la tradizione con la modernità nelle pagine su Otha Turner, con un passaggio di testimone tra generazioni costituito dalla nipote Sharde Thomas. I magnifici scatti ai pic-nic hanno oggi un grande valore di testimonianza. Durante i suoi primi viaggi nel Mississippi, nel 1997 e 1998, ha avuto la fortuna di fotografare Sam Carr, Frank Frost, Bobby Rush e Otha Turner tra gli altri. “Il blues viene dai campi”  le ha detto L.C. Ulmer. E il vedere questi campi, i vecchi juke joint, le chiese di campagna e le case delle persone, l’hanno molto ispirata. Racconta di essere arrivata a Senatobia su invito di Calvin “Fuzz” Jones, un bluesman di cui era diventata amica. “Queste persone hanno vissuto l’epoca della mezzadrie e della segregazione, la maggior parte di loro sono cresciute nel Mississippi o nella regione di Helena, Arkansas, perciò senza pensarci troppo ho deciso che bisognava proprio che andassi in Mississippi”. David Nelson, già caporedattore di Living Blues, le aveva detto che l’annuale pic-nic a base di capra organizzato da Otha Turner avrebbe avuto luogo di lì a poco a Senatobia. Margo Cooper non conosceva i ritmi e le melodie primordiali della musica fife & drum originaria del Mississippi Hill Country o di alcune zone della Georgia e questo l’ha colpita profondamente. “Nel corso della giornata Otha si è messo a suonare fife & drum e la gente si è radunata attorno a lui, come fanno sempre, con entusiasmo e ballando”, racconta lei, “è musica molto affascinante, ipnotica e mistica”. Ha continuato a recarsi al pic-nic di Turner ogni anni, anche dopo la morte di Otha e di sua figlia Bernice Turner Pratcher, a due giorni l’uno dall’altra, nel 2003. Quando non era intenta a trasformare rullini di pellicola in testimonianze storiche si offriva volentieri di aiutare a vendere cibo o birra o pulire. “Deep Inside The Blues” offre ai lettori uno sguardo intimo su artisti quali T-Model Ford o Jimmy “Duck” Holmes ma anche su figure più giovani come Garry o Cedric Burnside, tramite le loro parole. Il tempo trascorso con Luther “Gutiar Junior” Johnson, nativo di Itta Bena e ha vissuto per anni in New Hampshire ha trasformato il rispetto e l’ammirazione in una sincera amicizia, tanto che lei lo ha spesso accompagnato ad appuntamenti medici verso la fine della sua vita. Ha passato del tempo anche con L.C. Ulmer, andando a trovarlo a casa sua, nella comunità di Stringer, quando l’artista dai molti talenti, “si addormentava suonando lo strumento che aveva voglia di suonare quella sera”. Era presente al novantaseiesimo compleanno di Cadillac John Nolden, festeggiato con un pic-nic fuori dal vecchio juke joint Po’ Monkey’s (oggi abbandonato), nei pressi di Marigold.

L’autrice presenta le interviste come dei racconti in prima persona, ogni soggetto parla con la propria voce. “Si tratta di testimonianze di prima mano su ciò che voleva dire crescere in Mississippi durante gli anni Venti, Trenta e Quaranta”, spiega lei, “occorre che più persone conoscano queste parti della storia americana, la storia della cultura del Sud, oltre agli appassionati di blues che si interessavano alle loro carriere e che sono stati loro mentori”. In un lungo video (68 minuti) messo on line nel febbraio 2024 in occasione del Black History Month, Margo Cooper ha presentato il suo libro in una trasmissione di Big Blend Radio. Un libro importante, da mettere tra le mani di tutti per (ri)scoprire e condividere i tesori della musica afroamericana di ieri e di oggi, resi vividi dalla forza delle immagini e delle testimonianze.

Philippe Prétet


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