Se ne è andato lo scorso 22 febbraio Linsey Alexander, veterano molto apprezzato della scena di Chicago, nativo, come del resto molti suoi colleghi, di Holly Springs, Mississippi. Si era costruito negli anni una solida reputazione suonando quasi ogni sera nei club di Chicago e in una serie di album a partire dagli anni Novanta. CD dapprima autoprodotti e poi beneficiando del rapporto con una etichetta prestigiosa come la Delmark, per la quale ha registrato quattro album, l’ultimo nel 2020, “Live At Rosa’s”. Per rievocare al meglio la sua figura, abbiamo chiesto un contributo a Breezy Rodio, che è stato un componente chiave della band di Alexander per circa dieci anni. Gli lasciamo dunque la parola, ringraziandolo per la disponibilità nel condividere questo ricordo del suo mentore e amico con i lettori.
“Erano gli inizi del 2000. Avevo trovato un lavoro al club Blue Chicago per aiutarmi a pagare le spese del College. Al tempo ce n’erano due, entrambe su Clark Street. È li che è iniziata la mia avventura nella scena blues di Chicago, e il mio incontro con Linsey Alexander. Stando seduto alla porta per controllare le ID ascoltavo le scalette di tutte le band che al tempo suonavano li. Erano sicuramente altri tempi, il club era sempre pieno e la scena blues era viva e fervente. JW Williams, Carl Weathersby, John Primer, Lil Ed, Mike Wheeler, Charlie Love, Linsey Alexander, erano solo alcuni dei nomi che ogni mese suonavano li.

Linsey Alexander Breezy Ron Simmons
Una sera il chitarrista di Linsey non si presentoʻ e lui dopo essersi consultato con il doorman Lorenzo, che spingeva per farmi suonare, molto scettico mi disse di salire sul palco e suonare la chitarra che stava li dalla sera prima.
Linsey si stupì di come conoscessi svariati pezzi che suonava. Dopo una settimana mi chiamoʻ e mi offrì il posto nella sua band.
E tutto rose e fiori non fu….anzi…suonavamo 35 date al mese piu o meno e ogni giorno era una cazziata sul palco. Non potevi sbagliare nulla. Chiamava pezzi che non avevo mai sentito senza neanche dirmi la tonalità…voleva le ritmiche perfette. Alla prima esitazione si girava e partiva un duro sguardo…per due anni fu cosi. Sempre peggio. Dopo circa due anni conoscevo il repertorio di Linsey come nessuno. E avevo sviluppato la capacità di riconoscere gli accordi a orecchio. Linsey si accorse di questa cosa e un giorno mi chiese se volevo diventare il suo band leader. Erano anni d’oro. Si suonava tanto. Abbiamo girato il mondo insieme. Dal nord America, Canada, Messico, Brasile, a tutta l’Europa, Giappone, e molti altri paesi.
Nel 2010 circa arrivò la chiamata dalla Delmark Records. Prima di allora avevamo registrato due album indipendentemente. Per la prima volta nella sua carriera Linsey aveva un contratto discografico con una prestigiosa etichetta e dirigere le sessioni è stato un grande onore, specialmente perche c’erano ospiti speciali come Billy Branch e Lurrie Bell che si affidavano a me. Nel 2013 la band fu selezionata per fare il Chicago Blues European Tour. Quarantacinque date in tutta Europa. Purtroppo non abbiamo mai suonato in Italia.

Breezy Roodio e Linsey Alexander al Buddy Guy’s Legends
Linsey basava gran parte del suo show sull’intrattenimento. Per suonare con lui dovevi essere un solido chitarrista ritmico, che a mio avviso poi è risultato essere la cosa piu importante nella mia carriera. Chiamava spesso sul palco musicisti che si facevano sotto e la maggior parte delle volte li faceva scendere dal palco con la rapidità con cui li aveva chiamati, perche appunto non lo accompagnavano adeguatamente. Una forte personalità con una conoscenza della musica R&B e Soul tradizionale enorme. Non era molto ferrato sul blues tradizionale ma conosceva qualsiasi cosa di soul e Motown music.
Dopo circa 10 anni con lui ho iniziato il mio percorso solista ed è stato proprio lui a chiamare Bob Koester, vecchio proprietario della Delmark Records per farmi entrare con loro. Veniva spesso ai miei concerti e ovviamente dopo una lunga presentazione lo invitavo a suonare. E lui puntualmente diceva al pubblico che molti anni prima ero uno sbarbato alle prime armi e suonavo con lui, e che ora non poteva piu permettersi di ingaggiarmi perché costavo troppo, ridendo e facendo sorridere tutti, come sempre. Tante, troppe le vicende fuori e sul palco che potrei narrare. Mi limito a dire che bluesmen cosi non ci sono piu. La vecchia scuola sta purtroppo scomparendo, e con Linsey perdiamo un pilastro di quella scuola di blues che non esiste più.”
Breezy Rodio
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