Il teatro Gregorianum di Milano ha nuovamente avuto l’opportunità di offrire una serata dedicata al gospel: dopo le esibizioni che in passato avevamo avuto occasione di apprezzare di pastor Ron Howard, stavolta abbiamo ascoltato il Jubilation Gospel Choir, una formazione di una quindicina di elementi di Livorno. La provenienza “casalinga” non deve affatto trarre in inganno, poiché la classe e l’affiatamento che il coro ha mostrato anche Domenica 18 Dicembre sera al Gregorianum hanno confermato la fama che li precede: oramai sono molti anni che i Jubilation si esibiscono in diversi contesti di tutta Italia, collaborando con artisti blasonati, vincendo premi e riconoscimenti, hanno inciso due CD e l’apprezzamento è sempre stato unanime.
Il coro nasce artisticamente all’inizio del 1998 da un’idea di Luca Del Tongo, che tutt’ora ricopre il ruolo di direttore artistico e musicale: nel corso del tempo naturalmente ci sono stati vari avvicendamenti e, da alcuni anni, la formazione è stata quasi completamente rinnovata. Un aspetto che crediamo valga la pena evidenziare è che gran parte dei coristi ricoprono il ruolo di solista anche in altre formazioni toscane, nelle quali spaziano dal jazz al pop, dal blues ai musicals: ma nel Jubilation Gospel Choir è proprio cantare insieme, il focalizzarsi sul progetto comune che fa la differenza. Ci piace inoltre sottolineare che il coro è formato semplicemente da un gruppo di appassionati della musica corale, un coro di “non professionisti”, che fanno parte di un’associazione no profit, ma che nelle loro esibizioni sono sempre molto attenti a offrire il massimo della qualità, curando anche la presentazione scenica.
Il grande impatto musicale ma soprattutto la loro capacità di coinvolgimento, ha consentito fin da subito di interagire con il pubblico, che non hai esitato a farsi trascinare nel loro entusiasmo. Basta infatti ascoltare le trascinanti versioni di “I Still Have Joy”, “Can’t Nobody Do Me Like Jesus”, “Right Time Right Place” per cogliere lo spessore del gruppo e il loro affiatamento; così come non mancano momenti di grande intensità, osiamo dire di preghiera, con le superlative interpretazioni di “Total Praise”, “It’s Not Over” o classici come “I Believe I Can Fly” e “Carol of the Bells”. Il loro repertorio spazia fra i maggiori autori del gospel contemporaneo, sono stati citati Richard Smallwood, Tye Tribbet, Israel Houghton, e le loro esecuzioni, aggiungiamo, sanno mantenere la fedeltà alla tradizione, inserendo il giusto tocco personale. La serata al Gregorianum li ha visti proporre brani sempre coinvolgenti e interessanti, ricordiamo “A Little More Jesus” o ancora “Friend of God” e soprattutto “He Made a Way”: in questo caso il direttore ha voluto suddividere il pubblico in tre blocchi per un gioco di voci e la risposta è stata anche molto buona, ma quando poi parte il coro sarà impossibile seguire la spettacolare alternanza delle voci dei soprani, contralti e tenori in una sorta di scambio rapidissimo. Vogliamo infine sottolineare come il bilanciamento delle voci sia risultato ottimo in ogni esecuzione, mettendo in risalto sia il talento dei vari solisti, ma forse ancor di più la coesione dell’insieme, a conferma di come tante anime diverse, unite però da una passione, da un progetto comune, riescano a regalare risultati eccellenti.
Per ulteriori informazioni e ascoltare la loro musica: http://www.jubilation.it/
Luca Zaninello
Comments are closed