Era di domenica, il 15 di marzo, la sera del concerto di Bob Log III all’Init di Roma pioveva e tirava vento, pensavo non sarebbe andato nessuno a vederlo e invece mi è toccato anche fare la fila sotto la pioggia. In sala c’era un pubblico eterogeneo, dai ragazzini imberbi agli uomini e donne di blues navigati, in tono con il personaggio qualcuno s’è portato una piscina gonfiabile da casa e l’ha messa a terra davanti al palco. Il set è iniziato tardi, la selezione musicale pre concerto spaziava dal Delta Blues in tutte le declinazioni allo psychobilly, tutti figli allo stesso padre. Ho tutto il tempo di tirar fuori la mia macchinetta fotografica e scegliermi un angolo dove godermi il concerto e riuscire a fare qualche buono scatto.

Foto di Francesco D'Amore

Foto di Francesco D’Amore

Non sono in grado di enumerare i pezzi in scaletta, la performance del signor Log III non è di quelle che chiedi al vicino – scusa che pezzo è?-  Per chi non lo conoscesse si tratta di un musicista performer originario di Chicago, usa una tecnica fingerstyle con un cilindro slide, chitarre prettamente Silvertone e una muta di corde particolare che con le sue accordature aperte suona percussiva profonda nelle note basse ma graffiante e decisa nelle medio alte. Quel che conta qui non è certo la tecnica ma un universo immaginifico che Bob Log III genera e diffonde. Non è un uomo normale è un super eroe mascherato e quello che suona è Delta Blues, non ci sono dubbi su questo. Dovremmo essere vaccinati e stufi ormai di artisti che portano in giro questo genere  suonato da più di un secolo e mezzo, digerito e rimodellato in mille declinazioni.

Foto di Francesco D'Amore

Foto di Francesco D’Amore

A tutti i presenti sembrava di non aver mai ascoltato niente del genere, come in un film quando alla fine arriva l’eroe che con la più classica delle soluzioni vince e convince. Bob Log III se ne esce dai camerini, Silvertone alla mano, sale sul palco intonando un riff ossessivo e sincopato e tanto basta per conquistare il suo pubblico e far volare palloncini e piscine gonfiabili. Da quel momento in poi un ora e mezza di spettacolo, sanguigno, mai vuoto; mi stupiva di quanto riuscisse a fomentare il suo pubblico facendolo scivolare in una sorta di sospensione della realtà,  con una tuta da pilota di bolidi di altri tempi attillata, un casco luccicante e coperto da una placca con una cornetta telefonica appiccicata che amplifica la sua voce.

Foto di Francesco D'Amore

Foto di Francesco D’Amore

Non è certo la prima cosa che si è trovato nell’armadio ecco. Il suo pubblico lo conosce bene, attendeva il momento topico, quando riuscendo per il bis imbraccia un gommone alzandolo al cielo, lo poggia sul bordo del palco e ci sale su. Un  groviglio di mani afferra il gommone con lui sopra che salpa su un mare umano che lo sorregge attraversando tutto il parterre per poi farlo approdare di nuovo sul palco dove concede ancora un paio di pezzi prima di tornare definitivamente in camerino. Un concerto di Bob Log III è un evento sciamanico, è paradossale ma concreto, un grosso circo nonsense che trova la sua giustificazione nella finestra che apre sull’immaginario per tutto il tempo che dura. Un concerto di Bob Log III è l’esperienza del blues in continuo divenire. Lunga vita all’eroe mascherato Bob Log III! Lunga vita al Blues!

 

Francesco D’Amore

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