Il duo veronese Giudi e Quani ritorna sulla scena musicale con un nuovo lavoro che riflette la maturità artistica acquisita nel corso di cinque anni dall’esordio discografico, nei quali si sono costantemente esibiti dal vivo, tanto in Italia che in Europa. Basta ascoltare le note iniziali di “Fool Yourself” per essere travolti da un’energia che non viene mai meno nei minuti successivi: il suono travolgente nasce da una commistione sonora estremamente varia che si muove agilmente tra rock, blues, soul e che garantisce un coinvolgimento costante. Proprio il brano d’apertura dell’album con il singolo “Fool Yourself” è un invito esplicito ad aprire gli occhi sulla realtà che ci circonda. La canzone trasmette un messaggio potente, sottolineando la necessità di smascherare le illusioni e affrontare le contraddizioni della vita. L’energia del brano, unita alla voce coinvolgente di Giuditta Cestari, cattura l’attenzione dell’ascoltatore sin dall’inizio.
La chitarra di Francesco Quanilli continua a ruggire nelle successive “To The Bone” e “High School Was a Jail” in cui sembra quasi emergere lo spirito ribelle e irriverente del punk di fine anni ’70: mentre la batteria di Giudi continua a martellare con efficacia, Quani propone sonorità basate su quegli effetti come il fuzz, che offrono un impatto sonoro notevole. Ascoltando “Gimme Reasons” sembra incredibile che tale potenza provenga solo da un duo, perché pure la voce della cantante non è da meno. Gli accenni funky che caratterizzano “Fear/Love” arricchiscono il canonico schema blues per virare poi verso le atmosfere più distese della title track, un brano che ha qualche accenno di reminiscenze psichedeliche californiane. Si resta su questi toni più morbidi nella piacevolissima “Princess Prison”, che nel ritornello si ravviva con la consueta intensità espressiva dei due, e che regala pure un arrangiamento sorprendente; il finale con “Wrong” è un’ulteriore scarica di energia travolgente, capace ancora una volta di coinvolgere in pieno l’ascoltatore.
Pressoché ogni traccia è permeata dalla tematica del riscatto personale, in un percorso di accettazione di sé e della realtà circostante: la band ha dichiarato che l’album è una chiamata all’azione, invitando gli ascoltatori ad affrontare i tempi con determinazione, mantenendo viva la propria mente. Giudi e Quani sono una interessante scoperta, che qui dimostra una notevole maturazione artistica e si propone come una realtà da non perdere decisamente di vista.
Luca Zaninello
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