Frank Bey e’ stato membro importante del Moorish Science Temple, una congregazione religiosa. Per questo cambio’ il suo cognome da Bass a Bey, parola che identifica, in certe culture, un personaggio di rilevanza negl’affari pubblici di una comunita’, un capo o qualcuno che lo consiglia da vicino.  Bey fu anche fondatore dei Moorish Vanguard, un gruppo musicale Hard Funk psichedelico della fine degl’anni 70.  Purtroppo Bey fu anche coinvolto in una diatriba tra James Brown e i Moorish Vanguard su una canzone “Sitting in the sunshine of your love”, conflitto che alla fine lo convinse ad abbandonare il business musicale.  Piu’ tardi Bey apri’ un locale a Filadelfia dove poteva cantare senza ostacoli, spesso accompagnato da un chitarrista Jeff Monjack, che appare su questo “Peace”, album variegato in quanto a stili e suoni.

La configurazione nella quale il talento di Frank Bey si esplica in tutta la sua grandezza e’ probabilmente la Soul Orchestra di Anthony Paule, che apre questo album con “That’s what love will make you do”, il pezzo migliore. Peraltro Bey ha inciso ben 3 dischi con questa band. Altre due canzoni, l’ottima “One thing everyday” e “Imagine” vedono Kid Andersen e un folto gruppo di talentuosi musicisti che ruotano intorno a Greaseland.  Il resto dell’album vede all’opera Monjack e il bassista Kevin Freison, e una pletora di altri musicisti, accompagnare Bey. Questa forse e’ la parte meno convincente dell’album, anche perche’ molto eterogenea, tra ballate Soul, rock and blues convenzionali, un po’ di Funk, e qualche spunto jazzato. Insomma un minestrone, buono ma sempre minestrone. Inutile “A change is gonna come” mentre “Imagine” si salva con dignita’. Ottimo il lavoro d’organo di Andrew Samuels in “If you want me” e il basso  di Freison in “Blues in my pocket”.  Uscito a 5 anni dalla sua morte, questo “Peace” (Nola Blue) – titolo pretenzioso – non aggiunge nulla alla storia musicale di Frank Bey, un artista che avrebbe fatto una carriera ben piu’ luminosa se la salute lo avesse aiutato maggiormente.

Luca Lupoli

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