Egidio Ingala

Ci sono artisti che, per chissà quale strano mistero del vissuto, raggiungono maggiore notorietà e conseguenti risultati in terre lontane ancor prima che in quelle calpestate da giovanissimi. Caso emblematico quello di Jimi Hendrix che ha furiosamente attraversato l’oceano per poter essere apprezzato e diventare poi quello che tutti noi oggi sappiamo. Egidio Ingala fa parte di quella fondante generazione di musicisti nostrani che hanno costruito il movimento blues italiano. Eppure questo fantastico musicista è una figura popolare e apprezzata in terra scandinava ancor prima che in luoghi e suolo italico. Il suo è uno stile che racchiude la tradizione più genuina di Chicago arricchendola con un forte mood swing, dove colori jump e rockin’ si allontanano da quelle facili contaminazioni o deviazioni che oggi in molti amano ostentare con termini come “crossover” o simili. Il suo è un suono unico, genuino, ossessivamente legato a un linguaggio che riporta il blues in quel giusto luogo dove in tanti non risiedono più da tempo; un approccio di alta qualità e ricerca… forse troppo per una scena creativa a volte mediocre come quella nostrana. “Keep On Dreamin” è l’ennesima prova, se mai ce ne fosse stato bisogno, della sua naturale maestria che “gioca” con umiltà e sensibilità attraverso l’attento feeling dei Jacknives (insieme di talento e perseveranza). Non voglio annoiare chi sta leggendo con la routinaria analisi e descrizione dei brani ma invitarvi all’ascolto premuroso di questa “pietra preziosa” con particolare attenzione ai tre brani scritti da Egidio Ingala e il suo combo. “So Deep”, “I Don’t Mind” e “Keep On Dreamin’” racchiudono tutta l’essenza e la migliore capacità espressiva di un’entità unica, facendoci inevitabilmente chiedere su quale scelta si basi un così esiguo numero d’inediti rispetto ad una totalità di tredici brani. Chissà, forse è solo il sagace pretesto per farci attendere e sperare in un futuro episodio non troppo distante da questo… si sa, l’appetito vien mangiando. L’ospitata di Alex Schultz alla registrazione dell’opera è solo la conferma di avere tra le mani una piccola gemma… rara di questi tempi. Nel frattempo ci godiamo quello che abbiamo tra le mani, non svelando troppo sul restante materiale in modo da rendere la sorpresa ancora più allettante; ne sarete sorpresi!

Simone Bargelli

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