Il tour europeo di Eden Brent ha fatto tappa anche in Italia, del resto per due quarti italiana era la band che la accompagnava in queste date, il riferimento è a Luca Giordano e Pablo Leoni, con l’aggiunta al basso dell’inglese Bob Dowell. Noi abbiamo assistito alla serata del 13 aprile scorso all’Amigdala di Trezzo sull’Adda; in questa occasione la pianista di Greenville, Mississippi, con la quale abbiamo avuto il piacere di chiacchierare a lungo prima che salisse sul palco, non ha deluso. Anzi ha dato prova di personalità e verve non comune, gran versatilità al piano (la sua musica si combina di blues, boogie, jazz, canzone d’autore…) e una voce personale, resa ancor più scura, crediamo, dalle molte sigarette. Comincia con un bel pezzo composto da sua madre, “Mississippi Flatland Blues” per poi passare ad una rivisitazione di “I Wish I Knew How It Would Feel To Be Free”, riarrangiata rispetto alla celebre versione di Nina Simone, inclusa nell’imminente album “Jigsaw Heart”. Eden guida la band con naturale esuberanza e senso dello spettacolo, buono e lineare il lavoro della sezione ritmica, stessa cosa per le parti alla chitarra di Luca Giordano, di complemento e dialogo col piano della leader. Tiene viva la memoria del suo mentore e amico, Boogaloo Ames, con un bel boogie, offre un divertente passaggio su “What’d I Say” di Ray Charles e poi la classica “Trouble In Mind”. Nella seconda parte, c’è ancora tempo per una pregevole ballad che ricorda vagamente certe cose di Delbert McClinton, prima che Giordano ceda la sei corde a Francesco Piu, presente tra il pubblico, per un paio brani di fine concerto. Una serata piacevole e la scoperta di un’ artista di carattere, che avrebbe meritato un pubblico più numeroso, ma è, ahinoi, una constatazione che ci siamo trovati a fare altre volte nel recente passato.
Matteo Bossi
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