Di nuovo a Piacenza per assistere al concerto di Jon Cleary, inglese ma residente per buona parte degli ultimi quarant’anni a New Orleans, città dalla quale ha assorbito e personalizzato la profonda eredità musicale. Il contesto è particolarmente adatto ad una performance di solo pianoforte e voce, la serata è ospitata infatti nel cortile del settecentesco palazzo Rota Pisaroni, oggi sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Cleary, rilassato e divertito, si siede al piano e da vita a circa un’ora e mezza di musica, in cui confluiscono, in quantità di volta in volta variabile, molti elementi caratteristici della storia di New Orleans, una combinazione di jazz, R&B, blues e fonk, come diceva il suo amico Dr John. Lui che, assieme ad Allen Toussaint e James Booker costituisce forse l’ispirazione primaria di Cleary, almeno tra gli artisti che ha potuto conoscere direttamente. E talvolta ha avuto modo di collaborare con loro. Il suo repertorio è molto vasto, alternando classici e brani propri, ballate e pezzi ritmici, in cui il pubblico, un centinaio di persone, particolarmente attento, lo segue, sovente tenendo il tempo con le mani. Ricordiamo una splendida “Farewell To Storyville” o un altrettanto riuscito omaggio a Jelly Roll Morton, con un brano in stile spanish tinge. Se come pianista è vario e creativo, dimostrando tutta la ricchezza ritmica e timbrica del pianoforte, Cleary è anche cantante espressivo, in grado di farsi interprete credibile anche di piccoli classici del R&B quali “Lucille”, “I Hear You Knockin’”, “Let Them Talk” oppure ancora la romantica “Guess Who”, portata al successo da Jesse Belvin a fine anni Cinquanta. Immancabile un omaggio a Professor Longhair con la sua immortale “Tipitina” ed emozionante la ballad autografa “Frenchman Street Blues”, inclusa nel suo bel disco del 2018 “Dyna-mite”. Non si ferma un attimo, inanellando un pezzo dopo l’altro, creando un’atmosfera di vera sintonia col pubblico. “When You Get Back” e “Po’ Boy Blues” sono altri momenti pregnanti di un concerto molto coinvolgente. Prima di concedersi divertito per foto e autografi, sciorina un bis a grande richiesta. Un’altra serata di grande qualità, grazie ad un artista di assoluto valore, tra i migliori alfieri odierni della vastissima tradizione di New Orleans.
Matteo Bossi
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