Con oltre un centinaio di date già alle spalle Ana Popovic è venuta per la prima volta a suonare al Blue Note di Milano il 28 Novembre 2024, per apprestarsi a concludere con una breve tournee europea un altro anno di grandi soddisfazioni. Dopo l’ormai classica introduzione strumentale Ana Popovic entra in scena con la coinvolgente “Rise Up” a cui fa seguito “Power Over Me” e “Ride It”, tre brani tratti dal suo ultimo lavoro “Power”, che viene giustamente proposto quasi nella sua interezza. Basta questo primo quarto d’ora per restare ammaliati dalla sua tecnica superlativa: fraseggi sulla sei corde che si susseguono fluidi, una naturalezza nell’affrontare anche i passaggi più articolati che vengono valorizzati dagli interventi dei due fiati di Davide Ghidoni e Claudio Giovagnoli. Il trombettista e il sassofonista arricchiscono sapientemente il sound di ogni brano, spesso si guardano come a giocare sui loro interventi, ma quando passano in primo piano per i loro assoli ricevono il meritato scroscio di applausi.
Con “Queen of The Pack”, una delle sue preferite, Ana Popovic coinvolge nuovamente tutto il pubblico, che subito dopo può gustarsi un’indiavolata “Strong Taste” dilatata a quasi 10 minuti, con una serie di assoli da incorniciare. Con “New Coat of Paint”(Tom Waits) l’atmosfera è proprio quella di un night club ed è valorizzata da una sequenza di interventi del sempre eccellente Michele Papadia, con Giovagnoli e Ghidoni a seguire: qui la tecnica di Ana Popovic ci sorprende ancora una volta, ma è soprattutto l’intensità espressiva che ne risulta a lasciare il segno, certamente in tutto il pubblico, ma pure nei suoi musicisti che si gustano ogni nota della sua Fender. Altresì degna di nota è la delicatissima “Luv’n Touch”, con le sonorità di Papadia che l’accompagnano perfettamente, creando un’atmosfera decisamente intrigante. Si vira sul funky con “Like it On Top”, dall’omonimo penultimo album in studio, da cui è tratta pure la successiva “Lasting Kind of Love”, con i travolgenti assoli di Buthel al basso e Jeremy Thomas alla batteria. Per arrivare all’incandescente finale di “Change the World” con altri assoli magistrali, offerti da parte sua anche con l’uso del bottleneck.
Un’ora e mezza di puro godimento musicale, che si è conclusa a fine concerto con un breve saluto ad Ana Popovic stessa e ai musicisti italiani, estremamente cordiali e disponibili: serata indimenticabile!
Luca Zaninello
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