Si sa le festività possono anche essere tutt’altro che serene e il “Christmas Blues” è un rischio concreto, esplorato oltretutto in dozzine di canzoni blues, pensiamo per esempio alle lacrime versate da Freddie King nell’amara “Christmas Tears”. Dall’altro lato, la tradizione del brano natalizio, se non di un intero album, è una tentazione a cui pochi artisti in tutti i generi musicali, soprattutto nel mondo anglosassone, hanno saputo sottrarsi. E la cosa continua ancora oggi, pensiamo al recentissimo album del giovane Ben Levin, “A Holiday Blues Revue”, che si colloca in pieno in questo solco, ma la lista sarebbe davvero vasta e il nostro excursus che segue non ha certo pretese di esaustività, piuttosto di uno zigzagare curioso, magari per riscoprire brani o interpretazioni meno conosciute da condividere con amici e parenti sotto le feste. Per praticità abbiamo suddiviso in quattro tipologie differenti di prodotti discografici a tema.
Compilation
Le antologie, o in fondo le odierne playlist dai servizi di streaming, permettono di ascoltare in sequenza dei brani uniti da un filo rosso. E visto che il rosso è di stagione, si può attingere a piene mani, pertanto, ai sette volumi editi dalla Document Records nella serie “Blues, Blues Christmas”. Ogni volume è composto da un doppio CD, con una generosa selezione (tra le 40 e le 50 tracce) non solo blues, ma anche gospel, jazz, country, doo-wop…L’ultimo, il settimo, è uscito proprio quest’anno e copre musica per un periodo cha va dal 1924 al 1964, spaziando da James “Sugar Boy” Crawford a Leroy Carr o Big Maybelle. Data la mole di materiale incluso, non resta che pescare in ordine sparso, gettando la rete a strascico e vedere cosa vi resta impigliato. Potrebbe capitare di ascoltare, per esempio, il “Christmas And No Santa Claus” di Bumble Bee Slim o la giocosa “Let’s Make Christmas Merry, Baby” di Amos Milburn. E ancora Smokey Hogg, “My Christmas Baby”, il celebre John Lee Hooker con “Blues For Christmas” o la Victoria Spivey salace di “I Ain’t Gonna Let You See My Santa Claus”. Solo per fare qualche accenno sparso. Di notevole interesse e con alcune inevitabili sovrapposizioni rispetto alle selezioni della Document, risulta anche la raccolta “Where Will You Be Christmas Day?” edita, ormai vent’anni fa, dalla Dust-To-Digital. Una selezione arguta, ricca e variegata, che oltre a nomi quali Bessie Smith (“At The Christmas Ball”) o Vera Hall Ward, “Last Month Of The Year”, include Reverendi che sermoneggiano, si ascolti “The Wrong Way To Celebrate Christmas” di Edward Clayborn. Una citazione la merita senza alcun dubbio anche la Bear Family che proprio nel 2024 ha pubblicato “Get Ready For A Groovy & Bluesy Christmas”, un’antologia di ventotto brani di blues e R&B, una bella selezione, che spazia da Huey Piano Smith e la sua frizzante “Rock And Roll Santa Claus” alle atmosfere anni Cinquanta di “I Want You With Me Xmas” di Jesse Belvin al Louis Jordan di “May Everyday Be Christmas”.
Christmas Album
Impossibile non citare uno specialista dei dischi natalizi come Charles Brown, pianista di classe sopraffina attivo sulla West Coast sin dagli anni Quaranta. Brown oltre ad una serie di successi blues, dapprima come pianista e cantante dei Johnny Moore’s Three Blazers e poi in proprio, è giustamente ricordato per due brani, “Merry Christmas Baby” (1947) e “Please Come Home For Christmas” (1960). Nel 1961, per la King Records pubblica il suo primo Lp a tema, “Sings Christmas Songs”, poi più volte rieditato. A testimonianza di un’affinità mai abbandonata, Brown anche nel suo grande ritorno tra fine la fine degli anni Ottanta e i Novanta registra di nuovo i suoi classici in “Cool Christams Blues”, con l’accompagnamento raffinato di Danny Caron, Ruth Davis o Clifford Solomon, suoi ottimi partner nei dischi Bullseye o Verve del periodo.
Sul versante gospel poi come dimenticare gli Staple Singers e il loro “25th Day Of December”, risalente al 1962, ma vibrante ancora oggi per gli arrangiamenti vocali, la naturalezza delle loro combinazioni e la scarna strumentazione, con la chitarra di Pops sempre particolarissima. Una volta partita “The Last Month Of The Year” fino alle ultime note di “Silent Night”, questa straordinaria famiglia riesce a trasportarci per una mezz’ora in uno spazio sospeso rispetto al presente, pieno di calore e speranza. Nello stesso anno, il 1962, Huey Piano Smith & The Clowns registrano il loro spumeggiante “’Twas The Night Before Christmas”. Si tratta di un album natalizio in pieno stile New Orleans, molto divertente tanto nelle versioni rivisitate di standard come “Silent Night” che in pezzi inediti quali “I Wrote To Santa Claus” o la buffa “Rock’n’Roll Santa”, ne fanno uno dei dischi per le feste più particolari e scanzonati.
Prediligete un dopo pranzo/cena di Natale più dinamico? Niente di meglio che “The Complete James Brown Christmas” in cui la Hip-O aveva rieditato nel 2010 i tre Lp editi a tema editi dalla King sul finire degli anni Sessanta. Le feste in compagnia del Soul Brother Number One non possono che avere un sostrato funky, tra le tante inevitabile citare “Santa Clause Go Straight To The Ghetto”. Quelli di James Brown, per citare quanto scrisse l’amico Fog nel numero 45 de Il Blues, “[…] sono chiaramente Natali al fulmicotone, con la rabbia grintosa e sconvolgente degli emarginati, dei barboni, dei poveri, dei malati e dei carcerati […].”
Casa Stax rispondeva con “In The Christmas Spirit” già nel 1966, con classici strumentali rivisitati da Booker T & The MGs, suonati impeccabilmente e con grande vigoria dal gruppo. Curioso anche, restando agli anni Sessanta, “Peace”, del gruppo soul/pop Rotary Connection, tra le voci c’era la sfortunata Minnie Riperton, pubblicato da Cadet, sussidiaria della Chess, nel 1968. Le grandi voci sono tra le più indiziate a cimentarsi, prima o poi con il repertorio festivo, pensiamo al Ray Charles di “The Spirit Of Christmas”, risalente agli anni Ottanta, Etta James, “12 Songs Of Christmas” del 1998, Candi Staton “Christmas In My Heart” (2000) o Aretha Franklin “This Christmas” (2008), con delle similitudini nelle scelte dei brani e nel non discostarsi troppo dai canoni. Ci si accosterà ad essi, probabilmente, a seconda della propria predilezione per l’artista. Impossibile non menzionare, en passant, il piacevole “A Christmas Celebration Of Hope” di B.B. King, che riprende alcuni dei noti standard festivi, con la consueta disinvoltura, compreso l’unico brano natalizio che avesse inciso in precedenza, la vivace “Christmas Celebration” uscita in origine per Kent, nel 1962 e rintracciabile su alcune antologie. Anche Eric Clapton, che di B.B. era amico e fan, ha dato alle stampe “Happy Xmas” (2018) in cui le cose migliori sono le riletture dei blues, “Christmas Tears” e “Lonesome Christmas” o l’arrangiamento indovinato di “White Christmas”. Si potrebbe citare anche “Moonlight, Mistletoe & You” di Keb’ Mo’, in linea con la sua produzione, tra leggera ironia, “Christmas Is Annoying” e rilassate letture di classici. Nel 2015 è invece il turno di una delle migliori eredi della tradizione R&B nel nuovo secolo, la compianta Sharon Jones, con i fedelissimi Dap-Kings sono del tutto in linea con il titolo dell’album, “It’s A Holiday Soul Party”(Daptone). Conosciamo il groove che sapevano creare ed anche in questo caso confermano la loro reputazione e si fanno apprezzare anche in qualche brano composto per l’occasione come “Ain’t No Chimneys In The Projects”.
Compilation pubblicate da etichette
Infine, un’usanza piuttosto in voga, almeno fino a qualche anno addietro, quando le etichette discografiche blues erano più numerose e attive, era la realizzazione di compilation natalizie con il coinvolgimento di tutti o quasi, gli artisti sotto contratto con la medesima. Un acquisto sicuro è, tra questi, il bellissimo “Soul Christmas” sia l’originale Lp del 1968 (Atco) sia le ristampe in CD Rhino negli anni Novanta con l’aggiunta di altri brani. Tra Otis Redding che riarrangia magnificamente “White Christmas”, la graffiante “Back Door Santa” di Clarence Carter o la Carla Thomas di “Gee Whiz It’s Christmas” non c’è un momento debole in questa raccolta. Lo stesso si può dire di antologie successive concepite dalla Stax. Ne citiamo tre, in primis “It’s Christmas Time Again”, uscita nel 1982 quando il catalogo era gestito dalla Fantasy, che comprendeva chicche come “Santa Claus Wants Some Lovin” di Albert King (scritta da Mack Rice), gli Staple Singers con “Who Took The Merry Out Of Christmas?” o il curioso Isaac Hayes, “The Mistletoe And Me”. Anni dopo il CD “Christmas In Soulsville” (2007) espande il citato Lp, mentre in tempi ancora più recenti, “Stax Christmas” (pubblicato nel 2023 su Craft) ha forse il limite di includere soltanto dodici brani. Casa Motown ha regolarmente esplorato il mercato della “holiday season”, per esempio con “A Motown Christmas” (1973) con molti dei suoi alfieri in prima fila, pensiamo a Marvin Gaye, Stevie Wonder o The Tempations. La Ichiban di Atlanta, nel corso degli anni Novanta ha pubblicato ben quattro volumi di “Ichiban Blues At Christmas”, con alcuni dei loro alfieri quali Jerry McCain, Trudy Lynn, Kip Anderson, Theodis Ealey, Vernon Garrett, Chick Willis e persino Jimmy Dawkins. Ancora negli anni Novanta “Bullseye Blues Christmas” allineava alcuni artisti della label come Luther “Guitar Junior” Johnson, Charles Brown, Preston Shannon o gli ottimi Persuasions. La canadese Stony Plain ha anch’essa editato “Christmas Blues” nel 2000 con, tra gli altri, Duke Robillard, Big Dave McLean, Billy Boy Arnold e Maria Muldaur.
L’Alligator, dal canto suo, ha pubblicato almeno due raccolte, in primis la “Christmas Collection” (ristampata in vinile nel 2023) e nei primi anni del nuovo millennio “Genuine Houserockin’ Christmas”. Pregevoli le versioni di Koko Taylor, “Merry Merry Christmas” o “Deck The Halls With Boogie Woogie” della bravissima Katie Webster o la strumentale “Silent Night” suonata da Charlie Musselwhite, nel primo. “Christmas Day Blues” di Cephas & Wiggins o “Stay A Little Longer Santa”, cantata da Shemekia Copeland. Interessanti anche i due volumi editi a suo tempo dalla canadese Electro-Fi col titolo “Santa’s Got Mojo”. Anche la Nola Blue, che quest’anno ha festeggiato i dieci anni di attività, si è recentemente cimentata con “Walking In A Winter Wonderland” in una selezione di brani interpretati da artisti quali Benny Turner, Clarence Spady o Trudy Lynn.
Singoli ed EP
Infine, segnaliamo come bonus, alcuni brani apparsi su singoli estemporanei, di artisti molto diversi tra loro. Pensiamo ad un singolo, “Christmas Day/This Time Last Christmas”, su etichetta Foxy di Detroit Junior, valido pianista di cui oggi non tanti, forse, si ricordano. Qualcuno in più probabilmente rammenterà che i Canned Heat pubblicarono nel 1968 un singolo “Christmas Blues”. Oppure, saltando di palo in frasca, del Big Jack Johnson su Rooster Blues del 1990, “Jingle Bell Boogie/Rudolph Got Drunk Last Night”, crediamo sia meno elevata. Rudolph è la renna dal naso rosso di Babbo Natale, creata dalla fantasia dello scrittore Robert L. May e popolarizzata da una celebre canzone divenuta uno standard natalizio, “Rudolph The Red Nosed Reindeer”. E a fine anni Cinquanta Chuck Berry ne fece il soggetto del suo rock’n’roll “Run Rudolph Run”. Un pezzo che ha conosciuto moltissime riprese, tra cui anche quella di uno che a Chuck era molto legato, Keith Richards, che la incise per un singolo a suo nome nel 1978. Little Milton, dal canto suo, ha a sua volta inciso “Lonesome Christmas” per un singolo su Malaco di metà anni Ottanta.
Ricordiamo anche la simpatica “Real Swampy Christmas”, un singolo di Tony Joe White di diversi anni fa, un 45 giri natalizio di Jimmy “Duck” Holmes edito dalla Broke & Hungry dove l’uomo di Bentonia interpreta “Christmas Alone” e “Merry Christmas Baby”. Qualche collezionista possiederà anche un 45 giri della compianta Jessie Mae Hemphill su High Water negli anni Ottanta, con la sua ritmata “Merry Christmas, Pretty Baby”. O ancora “Run Run Rudolph/Christmas (Baby Please Come Home” pubblicato nel 2019 da Samantha Fish. La panoramica potrebbe certamente continuare, ma tutto questo in fondo è un segnale di come la musica natalizia continui ad essere parte di una vasta e radicata tradizione e abbia saputo regalare anche agli appassionati di blues o soul ascolti più che degni di interesse come colonna sonora di momenti di condivisione…con i migliori auguri di buon feste!
Matteo Bossi
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