Non ero mai stato a Capri, ed avevo visto solo di sfuggita Napoli. Galeotta fu la rassegna Blues In Capri, iniziata il 4 Agosto e svoltasi nell’isola, famosa più per i VIP che per il mare o la meravigliosa Grotta Azzurra, ed eccomi quindi a visitare due posti incantevoli, per un viaggio al Sud dell’Italia dopo i tanti fatti nel Sud degli Stati Uniti. Ed è incredibile come il blues qui scorra nelle vene di chiunque, dalla guida che ci accompagna a visitare le Catacombe di San Gennaro, parte di un progetto di recupero del quartiere Sanità di Napoli, al socio di Angeliblues che ci ha aperto le porte del suo splendido B&B Colori e Note.
Il blues inteso non solo come musica ma come modo di vivere, il ritmo lento, anche il “tirare a campare”, lo sfarzo delle ville e dei motoscafi accanto alla miseria, tutto richiama alla mente uno stato d’animo forse davvero legato alla latitudine, se, come pare, alle città come Chicago e all’elettrificazione, il blues ci sia arrivato dal caldo torrido delle piantagioni di cotone. Il nostro going down south è stata una scusa, oltre che per trascorrere qualche giorno ai piedi del Vesuvio, per rivedere vecchi amici come Guido Migliaro, conosciuto ai tempi dei Blue Stuff, o Angelo Agrippa, fondatore appunto dell’associazione Angeliblues e grande organizzatore di concerti. Ma a Capri ci aspettava un clima riscaldato da quattro settimane di concerti live, da Paul Venturi Trio, con Max Sbaragli e Oscar Abelli, da Alessandra Cecala e Mauro Ferrarese, in arte Reverend & The Lady, dai River Blonde con Stefano Tavernese e Armando Serafini, al Mario Donatone Soul Trio. Oltre ovviamente a The 99% ovvero Daniela Vuotto ed Eliana Zulato, le organizzatrici di questa coraggiosa manifestazione. Il quinto gruppo che chiudeva la parte musicale della manifestazione (conclusasi ufficialmente con un recital che ha visto la partecipazione dell’attrice Simona Baldeschi) è stato Niki La Rosa Trio, e, onde fugare eventuali dubbi, diciamo subito che non era un trio prettamente blues, ma questo, come vedrete, non è stato un problema. E non solo perché alla fine, non ci stuferemo mai di dirlo sappiatelo, qualunque cosa si ascolti, volenti o nolenti, deve pagare il suo tributo alla musica del diavolo, ma anche per la presenza di Roberto Luti alla chitarra slide, una garanzia totale da prendere ad occhi chiusi.
E così nei due giorni trascorsi assieme, cullati dalla brezza del mare presso il Ristorante e stabilimento balneare storico Le Ondine, a Marina Grande, o in un clima più raccolto, tutti assieme ad avventori per lo più stranieri al Capri Garden Bar, siamo riusciti a contagiare persino il nostro La Rosa, quasi costretto (ma non da noi) a cantare “Crossroads” di Robert Johnson. E così sono trascorsi due giorni sull’ìsola, tra reading di blues (bella trovata con accompagnamento musicale), flash mob (a cui purtroppo non siamo riusciti ad assistitere), e un trio, quello di Niki La Rosa, grazie anche al morbido sax di Massimo Gemini, che si è sciolto al sole, lasciandosi andare sempre di più e catturando, tra turisti stranieri e non solo, l’attenzione di tutti. Il blues, quello languido e sinuoso, come la slide di Roberto Luti, ha vinto la sfida, e siamo certi che tornerà a mietere altre vittime, ma questo è davvero un dolce morir…
Davide Grandi
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