Ottantacinquenne in ottima forma, testimoniata dalla recente performance al festival di Lucerna all’interno della revue della Nola Blue, l’etichetta creata da Sallie Bengtson che festeggiava i dieci anni di attività, Benny Turner, una vita da sideman a fianco del fratello Freddie King, poi di Mighty Joe Young e infine alla compianta Marva Wright, ci aveva raccontato alcune delle sue tante esperienze in una intervista pubblicata sul numero 152 de Il Blues. È stata una fortuna per lui aver trovato casa, musicalmente parlando, con la Nola sin dai suoi inizi, visto che fu la pubblicazione del suo “Journey” a segnare l’inizio della label. Questo nuovo lavoro, “BT”, sigla impressa sull’anello che porta alla mano destra, racchiude riferimenti a molte tappe della sua carriera e ad alcune figure chiave per lui.
È un album su cui ha cominciato a lavorare anni fa, con qualche interruzione dovuta in parte alle incisioni dell’album in coppia con Cash McCall, “Going Back Home”, uscito sempre su Nola Blue nel 2019, lo stesso anno della scomparsa di McCall. Le registrazioni sono dunque avvenute in luoghi diversi, da New Orleans a Chicago, passando per gli studi FAME a Muscle Shoals, con musicisti esperti quali Clayton Ivey (tastiere), Will McFarlane (chitarra) e Bobby Gentilo chitarrista e produttore e chitarrista già con Big Jack Johnson o, talvolta,il controcanto della vocalist di New Orleans Tiffany Pollack. Si comincia con un rock’n’roll divertente, “Bump Miss Susie” e prosegue con una bella versione del classico di Jimmy Oden “Going Down Slow”, un brano che non manca quasi mai nelle set list di Benny, con un finale spostato in direzione gospel, con la reiterazione del verso, “pray for me”. Altri brani sono scelti, crediamo, in base al gusto di Turner e al fatto che abbiano rappresentato qualcosa per lui negli anni giovanili. È il caso di “When I Call On You” una ballad originariamente di Dee Clark, lato b di un singolo di successo del 1958, “Nobody But You”, visto che ebbe modo di suonare con Clark in tour. Oppure “Finger Poppin’ Time” un pezzo di Hank Ballard con la partecipazione di uno degli originali Midnighters, il chitarrista Billy Davis. Ottima idea il ripescaggio di “Born In This Time”, un brano che Muddy Waters interpretava sui titoli di testa di un film degli anni Settanta, “Mandingo”.
Ci spostiamo a New Orleans per un tributo a Chief Bo Dollis dei Wild Magnolias con “Smoke My Peace Pipe (Smoke It Right)”, in origine sul loro disco d’esordio, uscito cinquant’anni fa, qui con la partecipazione di altri due artisti scomparsi ai cori, Warner Williams e Marva Wright, al fianco della quale Benny ha suonato per anni. Lascia nel finale i suoi brani autografi, la breve, ritmica “Drunk”, richiama certe cose di Jimmy Reed, un altro suo amico, peraltro, con la partecipazione del giovanissimo Harrell “Young Rell” Davenport all’armonica, mentre “Sleepy Time In The Barnyard” è uno stringato strumentale in cui Turner, per l’occasione, imbraccia la chitarra. “BT” è un lavoro suonato con cura e rispetto, che ci ricorda la vitalità del suo autore e ne ripercorre la storia con un briciolo di nostalgia.
Matteo Bossi
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