Il Blues è tornato in città, e, pur essendo una città svizzera, lo ha fatto con un sistema ormai diffuso nei paesi economicamente più svantaggiati, ovvero il crowfunding. Questo democratico e paritario che permette a chi non ha le disponibilità economiche, se abile nel costruire un progetto e nel raccogliere consensi, di realizzarlo grazie alla partecipazione collettiva, si è fatto strada anche nel paese delle banche. Non illudiamoci, le cose non sono completamente cambiate, ma il segnale che siamo tutti “nella stessa barca” pare abbia ormai raggiunto tutte le latitudini e longitudini.
Preambolo a parte, è stata una gioia ripassare da Bellinzona dopo tanti anni passati ad ascoltare del gran blues, nella arcinota Piazza del Governo, e se lo slogan è “the blues is back in town”, tanto caro a Fritz Jakober, a noi piace ricordare il periodo in cui il direttore artistico era l’amico Bibo Verda, quegli anni di sodalizio con il Rovigo Deltablues, sinonimi sia di qualità artistica che di collaborazione transalpine. Abbandonata la lacrimuccia dei bei tempi andati eccoci a raccontarvi purtroppo solo la prima serata delle tre, a causa del solito accavallamento di festival che colpisce tragicamente l’ultimo weekend di Giugno, e non solo l’Italia! Tempo splendido e montagne svizzere sempre affascinanti, soprattutto il paesino dove abbiamo preso da dormire, Verdabbio, e l’aperitivo blues inizia in anticipo con il duo One More Blues, ovvero Frank D’Amico e Gianluca Croci. Destreggiandosi tra classici come “Walking Blues” o “Little Red Rooster” i nostri spaziano ad “Am I Wrong” di Keb’ Mo’, per arrivare fino a “Walkin’ On Sunset” di John Mayall, nel tentativo onorevole ma non con grandi risultati di svegliare una piazza ancora addormentata, e disabituata al blues che percorreva le sue vie fino a 5 anni fa. Quasi a collegare le due esibizioni, Marco Lenherr sale sul palco come ospite per chiudere il primo set con una scatenata “I’m A Man”.
Nel cambio palco Fabienne Palasciano e Roberto Cortinovis ci intrattengono raccontando un po’ anche la storia del mitico Piazza Blues e delle vicissitudini che purtroppo lo videro terminare nel 2010, con un doveroso ricordo di chi, tra i fondatori, ormai non è più tra noi. E’ la volta di Marco con i suoi Groovie Moods, ed il nostro cantante/armonicista parte subito al galoppo con “Who Do You Love” o “Hoochie Coochie Man” in versione molto hard rock. Tra pezzi di Ray Charles e “Just Your Fool” di Little Walter trova spazio anche “Deconstruct The Devil” di Earl Thomas, accanto alla seconda versione di “Walking Blues” o classici come “Help Me”, “Spoonful” e “Wish You Would”. Concerto clou della serata quello di Max Dega, che, a causa di un problema personale, non è accompagnato da Bev Perron ma da Antonella Marescalco, una gran voce dale tinte black e una bellissima presenza di palco. Inizia così il terzo set mentre Bellinzona sembra svegliarsi come la bella addormentata da cinque anni di torpore, e, incitati sia dalla music che dai presentatori, iniziano ad affollare lo spazio antistante al palco, fino a quel momento territorio di alcuni bellissimi bambini piccoli che ballavano agitandosi a ritmo, senza provare fortunatamente alcuna vergogna e divertendosi quindi tantissimo.
Anche questo è blues per fortuna! Seguono pezzi storici come “Rollin’ & Tumblin” o la bellissima “Eyes On The Prize”, dove Antonella mostra la bravura ed il mestiere, impostando adeguatamente le corde vocali visto il confronto immediate con la versione di Mavis Staples. E tra “Some Kind Of Wonderful” e l’omaggio a Tina Turner con “I Can’t Stand The Rain” e “Undercover Agent For The Blues” fino all’arrivo di J.C. Harpo per una bellissima “You Can’t Always Get What You Want”. La festa come si confà ai momenti di gioia e convivio finisce con una lunga jam, in cui tutti si scatenano con “My Babe” e “Big Boss Man”, fino all’immancabile “Got My Mojo Working”, per terminare trascinando Fabienne e Roberto sul palco a cantare una strabordante “Proud Mary” e concludere con l’azzeccata “Feelin’ Alright”. La musica, ed in particolare il blues, si dimostra ancora una volta ossigeno per la mente… Bentornata Bellinzona.
Davide Grandi
Comments are closed