Etichetta: Maremil Records – USA 2022
Dopo la sosta forzata causata dalla pandemia Alex Lopez era ritorntato con l’energico “Rising Up” per testimoniare il suo desiderio di risalire la china e superare tempi difficili e pesanti: a distanza di un anno questo suo sesto lavoro solista conferma la bontà della strada intrapresa, offrendo un’ulteriore decina di brani che confermano le qualità compositive del chitarrista di Tampa (FL).
L’apertura di “World on Fire” mostra la voglia di esprimere la sua grinta con l’energia che la sua chitarra sa comunicare e la seguente “Just Wait” non fa che confermare questo suo stato d’animo e, pur trattando le difficoltà dei tempi in cui viviamo, Alex vuole mantenere un atteggiamento positivo. Un ottimismo che ritroviamo nella gradevole “See the Light” che, come il titolo lascia intuire, vuole esprimere fiducia per il futuro: un atteggiamento che ci sembra di riscontrare nell’acustica “The First Time” che segue subito dopo.
“I Don’t Care” risulta immediatamente orecchiabile con quel fraseggio introduttivo che viene successivamente ripreso nel brano, mentre si riprendono atmosfere marcatamente blues sia in “When the Sun Goes Down” che in “Holy Woman”: che, tra un po’ di funky e la chitarra che evoca reminiscenze zeppeliniane, ci introduce all’interessante “No Way”, costruita con un arrangiamento che mette in risalto i toni drammatici del brano.
La title track riprende in pieno l’energia iniziale, con la sua chitarra assoluta protagonista, anche se l’hammond di Kenny Hoye aggiunge qui, come altrove, quella ricchezza di colori che lo strumento sa offrire; analogamente la sezione ritmica, con Steve Roberts al basso e Kana Leimbach alla batteria, conferma tutto il suo spessore.
Il brano parla di come i social media possono oggi diventare canali non solo di notizie false ma, peggio ancora, di pettegolezzi e malignità, in grado di rovinare la reputazione delle persone: è interessante rilevare come i testi di Lopez puntino diretti a denunciare quei comportamenti, qui chiamati proprio crimini disgustosi, che talora non vengono neppure considerati tali, con grande superficialità.
Nel suo album d’esordio, “Hooked” era un blues dalla cadenza più lenta e marcata, mentre qui è trasformato in uno swing dell’epoca del proibizionismo; la conclusione è lasciata all’elegante “That’s Alright”, che riassume la versatilità di Alex Lopez e compagni.
“Nasty Crime” è la conferma dell’affiatamento del quartetto della Florida, che ha voluto porre l’accento su tematiche non banali, sulle quali fare però prevalere un messaggio di speranza che l’album esprime con grande efficacia.
Luca Zaninello
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