Le feste natalizie portano, a volte, qualche sorpresa ed è stato proprio il caso dello spettacolo cui abbiamo assistito lo scorso 20 dicembre, nella cornice inusuale dello spazio Cargo Next. Serata allestita dallo Spazio Teatro No’Hma Teresa Pomodoro, presieduto ora dalla sorella Livia, come dono alla città, l’ingresso infatti era gratuito previa prenotazione. Strutturato come un’alternanza di parti recitate e momenti musicali, condotti da due band ben note agli appassionati di blues, la Treves Blues Band, che gioca in casa e Super Chikan & The Fighting Cocks, in trasferta da Clarksdale, Mississippi.
Il tema è incentrato sui fiumi Mississippi e Po e sulle civiltà e culture sorte attorno ad essi, ed i due attori in scena, i fratelli Maddalena e Giovanni Crippa, impersonano i fiumi stessi e le loro parole evocano episodi storici, sociali e culturali. La celebre e catastrofica alluvione del 1927, i rapporti con gli artisti, scrittori o musicisti, che ne hanno raccontato le storie, citazioni di Guido Ceronetti riguardo al Po oppure i versi di “I’ve known rivers” di Langston Hughes. Gli excursus musicali cominciano per la Treves da “Walking Blues” e “The Sky Is Crying” della Treves, con ospite Paolo Bonfanti, per Chikan invece da un tempo medio “Sippi Seekan Saw” una quanto mai pertinente “Sittin’ By The River”, con begli interventi al piano di Laura Craig, che diventa ad un certo punto “Stormy Monday”. E poi ancora “It Hurts Me Too”, riarrangiata con grande creatività, “Can’t Be Satisfied” o un bel boogie, “Hookin’ Up” da parte del nipote di Big Jack Johnson e altri classici, quali “Baby What You Want Me To Do” e “Rock Me Baby”.
Nel finale sale sul palco Eugenio Finardi che si impegna in “Hoochie Coochie Man” e “Shake Your Hips” al fianco della Treves ed infine la jam conclusiva che vede impegnate entrambe le band sulle note di “Crosscut Saw”. Una serata diversa dal solito, rivolta ad un pubblico che esula da quello abituale per blues e dintorni, con un occhio all’ambiente, alla storia e alle ricadute sul presente, a come l’uomo stia mettendocela tutta per danneggiare il pianeta che lo ospita, come ha spiegato la signora Pomodoro nel suo breve intervento conclusivo.
Matteo Bossi e Marino Grandi
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