20 Agosto 2000; Angelo Di Liberto è emozionato ed entusiasta… un giorno tutto dedicato al suo Rock n Roll; nei piccoli giardini della scuola Pascoli di Senigallia quattro band si alterneranno di fronte ad un pubblico, non numerosissimo. di veri fanatici del genere. 9 Agosto 2015; Angelo Di Liberto è sempre emozionato anche se apparentemente più rilassato rispetto al 2000; le cose sono leggermente cambiate…quel festival partito 15 anni prima, il Summer Jamborre, ha contato quest’anno un’affluenza di oltre 400.000 persone; trasformandosi in uno delle rassegne del settore (e non solo) più importanti e seguite al mondo.
I palcoscenici sono diventati 6, senza dimenticare le 10 piazze coinvolte nei tantissimi eventi correlati; esposizione di macchine e moto d’epoca, il Vintage Market, il Dance Camp, gli stand dove poter abbuffarsi di ogni piatto ad “alto tasso di grassi e colesterolo”, le mostre, le feste e il Burlesque; ma quello che più impressiona sono i colori, quelli della sua gente, dei trucchi delle sue pin-up, del vestiario (non sempre adeguate) di chi vuol semplicemente dire “io c’ero!”, dei ballerini così come quelli dei tanti passeggini. Il Summer Jamboree è ormai una festa senza confini per grandi e piccini, dove quell’atmosfera leggera e rilassata è comunque sempre legata alla musica per la quale la kermesse è nata. Tante, tantissime le band (più di venti) per un totale di quaranta concerti circa, che anche quest’anno si sono svolti nei primi 9 giorni di Agosto più l’anteprima del 31 Luglio. Festival bagnato, festival fortunato e mai detto fu più esatto per un’edizione che proprio nel suo primo giorno ha dovuto raggruppare i vari eventi nella parte finale della serata, costringendo gli spettatori ad una scelta visto l’inevitabile contemporaneità dei concerti.
Nel Kraken Stage dei giardini della Rocca hanno fatto il loro ingresso i Slick Steve and the Gangesters, gruppo capitanato dal carismatico Stephen Hogan (voce e non solo, di origini britanniche). Definirlo concerto, il loro, sarebbe riduttivo, perché oltre che esplodere in incalzanti ritmi rock ‘n’ roll e swing offrono momenti di puro spettacolo nelle giocolerie del “folle” Steve; che tra coltelli, sfere, birilli e chincaglierie varie ha anche l’abilità di cantare, saltare e coinvolgere un pubblico entusiasta. Non mancano nemmeno ritmi più legati al blues e al boogie nel set dei Gangesters che suonano gran parte del materiale contenuto nel recente album “On Parade”, sfoggiando anche un’ironica vena voodoo soprattutto attraverso l’accattivante vocalità del duttile Hogan. Risultato finale oltre due ore e trenta d’inebriante musica suonata sempre ad alto livello senza cali di stile e imprecisioni, per un quintetto che ha dato veramente tutto!!!! Formidabili. I Trash Tornados provengono invece dalla Spagna. Sono sì, un quartetto rockabilly ma l’amore per il blues è tangibile soprattutto nelle corde del mancino cantante chitarrista Bobby Gonzales che, attraverso un bell’affiatamento con i restanti componenti del combo, ha regalato momenti di puro divertimento ai tanti ballerini presenti alternati ad attimi di puro godimento per chi era lì solo nelle vesti di ascoltatore. Bel set che è piaciuto soprattutto per il lato ritmico. Torna anche il sole a Senigallia, ma soprattutto torna anche il blues! Quest’anno l’onore e l’onere di fare da collante tra la tradizione afroamericana e quella più legata al rock ‘n’ roll è toccata specialmente a due band. Egidio Juke Ingala ed i Jacknives, reduci dal palco del Torrita Blues Festival (v’invitiamo a leggere la recensione su questo portale) ripetono, con il loro stile impeccabile; quello show al quale avevamo assistito qualche settimana prima; ancora una volta dimostrano di essere una delle realtà più importanti del panorama blues di casa nostra e se più volte abbiamo parlato della bravura ed eleganza di Marco Gisfredi alla chitarra e l’impareggiabile Egidio, oggi vogliamo porre l’accento sulla bravura dell’inossidabile sessione ritmica di Massimo Pitardi (basso) ed Enrico Soverini (batteria). Sempre un enorme piacere incontrarli on stage e ascoltare i loro brani originali! Oltre ai Jacknives è toccato agli The Honkers rimarcare i forti legami che la cultura dei ‘40 e ‘50 ha con la musica blues. Sembrano arrivare da chissà quale città della west coast californiana e invece no…
The Honkers sono un micidiale quartetto nostrano che occasionalmente (era questo il caso) può diventare sestetto grazie all’aggiunta di Chiara Rosso alla voce e Max Altieri alla chitarra. Si ascolta ma si balla soprattutto rhythm & blues dai toni più swing legati a quella tradizione chiamata jump blues che proprio settanta anni fa prendeva forma grazie a icone come T-Bone Walker, Pete Lewis e Teddy Bunn, ma anche attraverso la scuola di Chicago di Little Walter e James Cotton o più recentemente di William Clarke e Hollywood Fats. Ottime le tante riletture che ci propongono ad iniziare da “My Babe” di Willie Dixon e“Trouble In Mind” (ricordando la versione di Nina Simone); perfetto il chitarrismo di Max Baj, così come quello più “tagliente” di Altieri e l’esplosività dell’armonica di Tiziano Colombara; ma quello che ancora sorprende maggiormente è l’elegante swing della batteria di Andrea Gavuzzo sempre in simbiosi con il contrabbasso di Gianluca Martini.
Bellissima sorpresa del Summer Jamborre 2015. Immancabile anche quest’anno il Rock ‘n’ Roll Revue, spettacolo supportato dalla Abbey Town Jump Orchestra che in circa due ore accompagna tutte le voci ospitate al festival, producendo un vero alternarsi di “star” sul palco del Foro Annonario; tra queste un particolare apprezzamento per le loro qualità vocali va fatto all’inglese Laura B e alla fantastica Miss T (Tania D’Ausilio) voce dei lombardi Mad Tubes, che qualche giorno più tardi accompagneranno il pianista russo Denis Mazhukow. Tanta attesa infine per l’headliner di questa edizione;
Gary Us Bonds aveva solcato il palco il giorno precedente (Venerdì 7) rimanendo lui stesso sorpreso dall’accoglienza ricevuta. il pubblico più numeroso l’ha conosciuto grazie alla sua amicizia con Bruce Springsteen, ma il popolo del Jamboree lo ricorda per i suoi successi passati come “Quarter To Three”. Il suo set è un omaggio ai mitici volti del passato, quelli che hanno reso grande il rhythm & blues (come Ray Charles) e un alternarsi di classici come “New Orleans” che lo stesso Gary interpretò nel 1960, brano che fu poi scelto per la chiusura di “Blues Brothers 2000”, film al quale lui stesso partecipò. Gary dimostra la sua dinamicità avendo ancora la capacità di cantare tutto e a pochi mesi dalla scomparsa di Ben E. King (la passata edizione era proprio sul medesimo palco) non poteva mancare il ricordo di Mr. “Stand By Me” attraverso la sua hit senza tempo. Una nota di merito infine va fatta alla house band dei Good Fellas, che con il loro duro e “silenzioso” lavoro hanno offerto, anche quest’anno, una non sottovalutabile qualità ai protagonisti del cartellone. Anche quest’anno il Summer Jamborre si è concluso, ma già stiamo preparando gli abiti per il prossimo Agosto… e voi?
Simone Bargelli
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