Era da un po’ che ci frullava nella testa, una festa, un ritrovo per gli amici, un momento per stare insieme, con un po’ di retorica si direbbe “come ai bei vecchi tempi”, insomma una scusa per ascoltare della bella musica insieme. Sembrerebbe anacronistico voler festeggiare proprio in questo momento, quando per motivi economici e non solo siamo stati costretti a passare alla rivista digitale, ma già Ford diceva che proprio quando va male bisogna investire, per cui chi siamo noi per contraddirlo.
E poi nonostante tutto siamo sopravvissuti a 30 anni di rivista cartacea e anche ad un anno di rivista online, con tutte le fatiche nascoste dietro questo cambiamento. Avevamo anche noi bisogno di un momento nostro, in cui stare insieme a voi lettori e ai musicisti di blues, in cui esorcizzare le difficoltà e trovare nuovo slancio per andare avanti. L’occasione ci è stata data da Pablo Leoni e dall’agenzia Musictrain, insieme all’Amigdala Theatre di Trezzo sull’Adda, un evento nato quasi per caso e immediatamente condiviso via Skype (ah la rete!), ovvero la possibilità di avere Lurrie Bell e la band di Dave Specter per una data unica in Italia di questo suo tour primaverile. Il dubbio è durato poco, la paura di rischiare qualcosa in più, ma alla fine abbiamo deciso di dare ancora una volta fiducia al mondo del blues italiano e di co-produrre l’evento, facendo diventare questo concerto la nostra festa, rimasta nel cassetto per più di un anno. Si è aggiunta l’offerta di Max Prandi, amico oltre che musicista, di aprire la serata con un set acustico, e a noi è rimasto “solo” il tempo di spargere la voce.
Sarà stato il nome di Bell, sarà stato l’anticipo con cui abbiamo fissato la data, oppure, come in cuor nostro ancora crediamo, il nome della nostra rivista, fatto sta che all’appello hanno risposto davvero in tanti, e l’Amigdala si è riempita come forse non capitava da tempo nelle domeniche sera dedicate al Blues. Max ci ha davvero sbalordito con il suo set acustico, molto maturato e profondo nella voce, accompagnato, parlando di maturi (non ce ne voglia, lo sa che scherziamo), in un paio di brani da Beppe Semeraro, altro amico da tanti anni. Non si poteva cominciare meglio, assaporandoci una bella birra e ascoltando della buona musica. Il pensiero vola al pomeriggio piovoso, quando, tra le tante cose davvero blues di questa serata, abbiamo anche rischiato il sound check per mancanza della batteria a causa di qualche incomprensione con il manager, ma la voglia di far funzionare tutto ha prevalso e grazie a Michele Merletti dell’Amigdala il problema è stato solo un lontano ricordo. L’ambiente è stato scaldato oltre che dai tanti saluti a giovani e vecchi collaboratori, come Enrico Lazzeri o Carlo Gerelli, per non dimenticare Maurizio Faulisi – Dr. Feelgood, e l’entrata era ancor più calda grazie ai quadri di Stephanie Ghizzoni, Miss Alligator Nails con cui, non molti anni fa anche se sembra un’eternità, all’epoca del primo raduno Blues Made In Italy, avevamo anche avuto qualche piccola polemica…Il tempo ed il confronto aiutano anche a conoscersi e ad appianare i diverbi, e così è stato con Stephanie, prova ne sono i due suoi quadri appesi in casa. All’attacco di Dave Specter i vari musicisti presenti iniziano a chiacchierare tra loro, par di sentire qualche commento tecnico, e cresce l’attesa per Lurrie Bell, che confesso ci siamo goduti nel sound check pomeridiano tutto per noi nel locale deserto. Non possiamo dimenticare Michele e Giacomo di Modular Recording Services, presenti sin dal pomeriggio per le due interviste filmate a Dave e Lurrie che saranno presto sul canale youtube della rivista, oltre a qualche brano del concerto stesso.
Michele, da factotum-Mac Gyver quale è, ha persino riparato un amplificatore a cui era saltato il fusibile durante le prove! Qualche amico purtroppo mancava, come Beppe Modena, Ennio “Fog” Fognani, Lorenz Zadro, Fabio Treves solo per citarne alcuni, ma ci ha fatto piacere averli sentiti e sapere che avrebbero voluto esserci, tenuti lontano dalla distanza o da impegni personali, ma in spirito li abbiamo sentito vicini, quasi per una volta ci fossimo davvero tutti! Lurrie alla chitarra è stata la ciliegina sulla torta, comprese le candeline e la panna montata, anche se una vera torta non c’era (sarà stato per la dieta? Mah..). Come buttare benzina sul fuoco la sua chitarra ha incendiato il locale, e tutti sono stati contenti, noi in primis lo confessiamo, di essere lì ad ascoltarlo.
Le note fluivano, la gente si divertiva, come deve essere in una vera festa, e così, nonostante il clima piovoso dentro all’Amigdala faceva davvero caldo, per cui le ore sono scivolate via, portandoci come in tutte le storie verso la fine, con un dovuto bis acclamato a gran voce da tutto il pubblico. Vorrei solo concludere questo resoconto un po’ anarchico della festa de “Il Blues” con una piccola riflessione. Il concetto cardine di tutto il nostro lavoro era ed è che la rivista è nostra, nel senso di tutti noi, sia di chi ci scrive, che di chi la legge, e anche di chi magari ancora non la conosce, proprio perché vuole parlare al mondo del blues, cercando sempre il tono e la veste giusta, per diffondere questa musica, in tutte le sue sfaccettature, che tutti noi amiamo. Amen!
Davide Grandi
Comments are closed