Incontro con il Mito    di Marco Pastonesi

 

Milano, 20 luglio 1980. Hotel vicino alla Fiera di Milano. Prima di un concerto. Intervista, come si dice adesso, “one-to-one”. Soli. Carta e penna, e registratore.

Muddy Waters, come ci si sente a essere considerato un padre e un maestro?
Molto onorato. Ma non soffocato o intimorito. Le stesse attenzioni le avevo avute io con i vecchi musicisti. E probabilmente le stesse sensazioni le avevano provate loro con me. E’ il ciclo della vita, e anche della musica. E non è un problema, anzi, può essere un piacere e anche un dovere. Si tramanda quello che si è imparato.

I suoi musicisti: neri e bianchi. Come li sceglie?
Per la vita vissuta insieme, per le circostanze, per la bravura. Qualche volta mi è successo di avere un armonicista bianco: Paul Oscher, Jerry Portnoy…  [continua a leggere nel n° 124 – Settembre 2013]

 

 

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