Cosa ci fanno il novantenne Bobby Rush & Kenny Wayne Shepherd in un album come questo “Young Fashioned Ways”?
Semplice, ci regalano un gran bel disco di sano ed onesto blues, di quelli che anche se li hai già sentiti ti catturano e ti portano in viaggio con loro.
Bobby Rush è un personaggio che conosciamo assai bene, sempre capace di stupirci per la sua personalità, simpatia e, soprattutto, bravura, e nonostante il trascorrere delle primavere è sempre in grado di regalarci piccoli gioielli, sia che si tratti di spettacoli live come di album in studio. E anche questa volta nessuna delusione da parte di questo artista nativo di Homer, Louisiana tanto per farci capire che i 3 Grammy Awards vinti, non sono mica piovuti dal cielo, così per caso.
Ad aiutarlo in questo trentaquattresimo album troviamo il chitarrista e songwriter Kenny Wayne Shepherd, un altro nome che dovrebbe essere ben conosciuto da chi mastica un po’ di blues.
Quello che esce dalle 10 tracce, sul mercato grazie alla Deep Rush, non è solo un ottimo disco di blues, ma un sincero manifesto di quello che è lo spirito di Bobby Rush, uno di quei personaggi che hanno dato veramente tanto al mondo del blues e che sembra aver vinto lui, stavolta, il patto col diavolo.
Dall’iniziale “Who Was That” e via verso la conclusiva “What She Said” mai un cedimento anche grazie alla band che supporta questa inaspettata coppia, formata da veri veterani del blues stelle e strisce.
Alla sezione ritmica troviamo Steve Potts che siede dietro la batteria a dettare il tempo assieme al preciso basso di Darryl “DJ” Pruitt, mentre l’Hammond B3 di Charles Hodges ci riportano a quegli anni Sessanta quando questo strumento progettato da Laurens Hammond sapeva regalare vere emozioni.
Il tutto condito dagli interventi fiatistici di Doug Wolverton (tromba) e Charlie Di Puma (sax) ad alzare ulteriormente il pathos che si era creato ai Royal Studios di Memphis, Tennessee.
Ma sono i due protagonisti la vera gioia per gli ascoltatori, con Bobby Rush, la sua sempre incredibile voce soul e la sua armonica, mentre Kenny Wayne Shepherd conferma la sua grande padronanza alla chitarra, sia che si tratti di elettrica (vedi il solo a chiudere “Young Ways”) oppure acustica, come nel classico di Rush “40 Acres (How Long)”.
Oltre a questo brano altri 3 arrivano dal repertorio di Bobby, per la precisione le mississippiane “G String”, “Make Love To You” e la più ritmata e molto allmaniana “Uncle Esau”.
Gli altri brani sono frutto di questa brillante collaborazione tra quelli che potrebbero essere un padre e un figlio blues dove spiccano la bella slide alla Elmore James di Shepherd in “Hey Baby (What Are We Gonna Do)” e in “You So Fine”.
Insomma un album molto più che consigliato, sia ad un pubblico che ben conosce il blues ma anche – se non soprattutto – a tutti quei giovani che vogliono avvicinarsi alla musica di matrice afro americana, anche per capire che non serve solo la tecnica per fare buona musica, ma ci vuole anima e in questo “Young Fashioned Ways” di Bobby Rush & Kenny Wayne Shepherd ce n’è tanta.
Buon ascolto!
Antonio Boschi
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