Kid Ramos, sessantaseienne californiano di Orange County, e’ uno dei chitarristi piu’ conosciuti e apprezzati del Blues negl’ultimi 30 anni. La sua carriera professionista e’ iniziata con James Harman, con il quale e’ rimasto dal 1980 in poi per quasi 10 anni. Con Harman, ha fatto gavetta come “secondo” di Hollywood Fats, stella effimera ma lucentissima del Blues californiano ed e’ stata la sua fortuna. Se ascoltate il suo assolo in “Telephone is Ringing” in “Hard Way” (1994) di William Clarke, altra stella caduta troppo presto, capirete che non siamo di fronte ad un chitarrista qualunque. The Faboulous Thunderbirds, the Manninsh Boys, Los Fabulocos e the Proven Ones, I gruppi nei quali ha militato, diventando una figura quasi istituzionale del Blues californiano con una risonanza mondiale. Sei dischi da titolare, e altri due con Bob Corritore e Floyd Dixon. Nel 2012 gli venne diagnosticato un brutto male, sconfitto nel 2014, ma che ha lasciato tracce perenni in una vita piena di momenti duri ma anche di fama consolidata, costruita su un talento puro.
In questo “Strange Things Happening” (Nola Blues), rivela una dimensione nuova della sua arte, quella del Gospel, imbevuto di West Coast Blues, con il cantante dei Radio Kings Brian Templeton. Li unisce la comune fede cristiana e la scelta di musicisti di grande levatura come Dave Limina alle tastiere, favoloso il suo lavoro all’Hammond, una sezione ritmica, Tuturro e Hodges, di assoluto valore. In quattro canzoni compare Johnny Ramos, figlio del Kid, al canto. Dodici pezzi, dei quali solo uno un filo melenso, “Every Grain of Sand”, non a caso scritto da Bob Dylan. La voce baritonale di Templeton da la giusta serieta’ all’opera che si illumina quando Ramos e Limina si danno il cambio negl’assoli e in un lavoro ritmico di grande qualita’. C’e’ varieta’ di stili, con il Blues profondo di “Oh What a Meeting”, musica messicana con il banjo sexto in “Satan’s Jeweled Crown”, un po’ di psichedelia in “More Love More Power” e tanto Gospel innervato di swingante west coast Blues. Uno degl’apici e’ “God walks the Dark Hills” con una grande performance vocale di Johnny Ramos, che come timbro ricorda i Thee Sacred Souls. Un bel disco consigliato soprattutto a quelli che trovano il Blues attuale un po’ troppo piatto e uguale.
Luca Lupoli
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