JD SIMO & LUTHER DICKINSON - Do The Rump! cover album

Potremmo dire che c’è lo zampino dei Grateful Dead dietro questo interessante album a nome JD Simo & Luther Dickinson che dal 20 settembre sarà in tutti i principali negozi e negli store digitali grazie alla Forty Below Records, etichetta fondata dal musicista e produttore Eric Corne.

“Do The Rump!” nasce un po’ per caso, grazie alla condivisione del palco nella tournée di Phil Lesh and Friends, dove i due artisti hanno capito che le loro comuni passioni e i diversi stili avrebbero potuto confluire in un progetto discografico e in un tour statunitense da agosto a fine ottobre.

Se noi italiani non possiamo esserci goduti le esibizioni live del duo, sicuramente ci possiamo rifare con l’ascolto di questo album che si presenta come una sorta di live in studio, talmente pregno del blues delle colline del Mississippi che ci sembra di poter vedere i fantasmi di Junior Kimbrough e di R.L. Burnside ballare su queste otto ipnotiche tracce che compongono “Do The Rump!” in un interludio di blues, swamp, spirituals e certi ritmi che richiamano l’afrobeat.

Da non sottovalutare la presenza di Adam Abarashoff, ottimo batterista che sa perfettamente amalgamarsi al suono delle chitarre e del basso di Dickinson e Simo, che non vedono alcun altra presenza all’House Of Grease, lo studio nashvilliano di JD.

Se di Luther sappiamo un po’ tutto, non neghiamo che da subito è stato un nostro “protetto”, la figura di JD Simo è forse sconosciuta ai più. Probabilmente lo abbiamo ascoltato come la chitarra di Scotty Moore nella colonna sonora del film di Baz Luhrmann dedicato ad Elvis, ma nella sua carriera ha avuto l’onore di poter suonare al fianco di Jack White, Chris Isaak e persino Beyoncé, insomma una serie di esperienze di quelle che lasciano il segno, formandolo musicalmente e lanciandolo verso interessanti progetti solisti.

Un duo sul quale forse non tutti avrebbero scommesso, ma che – invece – ha dimostrato la duttilità di entrambi i protagonisti, abili nello scambiarsi le parti sia chitarristiche che canore oltre ad aver collaborato nella produzione dell’album e nella stesura dei brani, nati dall’ascolto e dalla riproposizione di vecchi classici del blues e non, ma ai quali viene data una nuova linfa musicale.

Si parte alla grande con lo swamp della Louisiana di Bobby Charles “Street People” dove la slide graffia su un percussivo ritmo quasi tribale.

Right Down There” ci arriva da quell’immenso songwriter che era JJ Cale e anche qui la slide molto cooderiana di Dickinson la fa da padrona e ci accompagna ai suoni africani di “Lonesome Road”, una sorta di intensa ed ipnotica blues jam sul classico brano di Junior Kimbrough che ritorna nella successiva “Come And Go With Me”.

Serves Me Right To Suffer” fa parte del repertorio del grande John Lee Hooker e ci siamo già capiti, mentre “Do The Rump Louise” è un mix tra le note del brano di Kimbrough (“Do The Rump”) con parte della melodia di “Louise” di Fred McDowell.

Come On” è l’unica traccia originale composta dai due amici prima della conclusiva “Peaches” questa volta appreso dall’altro grande delle colline mississippiane, ovvero R.L. Burnside, e qui si sente quanto i due abbiano appreso con umiltà e devozione la lezione dei grandi vecchi del blues.

Un disco ottimo, che – come sempre – saprà catturare l’attenzione di quel pubblico che guarda all’anima della musica e non ai virtuosismi più vicini alla città del vento.

Antonio Boschi

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