Bruce Katz, settantadue anni portati con disinvoltura, ha un curriculum da paura: dodici albums da titolare, partecipazioni in altri settantacinque -75- albums, quattordici anni come professore associato alla Berklee College of Music.  Di formazione classica, si racconta che si sia convertito alla musica afro-americana come bassista di Big Mama Thorton nei primi anni ottanta. Ha suonato estesamente nelle bands di John Hammond, Duke Robillard, Gregg Allman, Delbert McClinton e Ronnie Earl.  E’ un musicista di Blues tra i più conosciuti in Europa, capelli grigi lunghi, una vera aria da professore. In questo lavoro della Bruce Katz Band dal titolo Back in Boston Live, registrato in uno dei locali cult della costa East, il Fallout Shelter, Katz è accompagnato da Aaron Lieberman alla chitarra e al canto, Liviu Pop alla batteria, e Jesse Williams al basso.  Album prevalentemente strumentale, Back in Boston include una varieta’ di stili iniziando con the Czar, un bollente shuffle con Katz all’organo e proseguendo con Blues at the Sunrise dove Lieberman, seguace di Jerry Garcia, si fa valere alla chitarra. Abbastanza prevedibile un tributo agli Allman Brothers con In Memory of Elisabeth Reed, capolavoro scritto da Dickey Betts, con il quale Katz e i suoi danno un tocco Southern Rock che riappare qua e là.  In Take the Green Line, si sente anche un’ispirazione alla Booker T. and The MG’s.  Lieberman e Pop sono bravi a seguire Katz nelle sue evoluzioni ritmiche e armoniche. Il chitarrista, pur non provenendo dal Blues per sua stessa ammissione, una rarità per un musicista americano, se la cava piu’ che bene con un corposo lavoro ritmico. A tratti, negl’assoli, evoca Roy Buchanan versione light. Gli amanti del piano e dell’organo troveranno qui pane per i loro denti.

 

Luca Lupoli

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