Attiva nel sottostrato dell’underground blues italiano dal 1992, la The Spiders Blues Band si è guadagnata la fama ironicamente autoproclamata di ‘perdente del blues’. Ma la realtà è tutt’altra. Con il loro carattere schivo, poco incline ai compromessi e all’autopromozione, refrattario alle lusinghe del music business, incarna alla perfezione un’idea di musica cruda e viscerale, a tratti volutamente approssimativa ma estremamente efficace, che colpisce dritta allo stomaco e al cuore. Il quartetto di Verona (voce e chitarra, armonica, basso e batteria) ha in un certo senso inventato un suono: una caotica orgia a base di attitudine punk-blues, rock’n’roll sghangherato e ubriaco, disperato e ossessivo, con forti venature noise, svolte psichedeliche e avvicinamenti all’americana. Il loro ultimo album ‘Let There Be Blues’, quinto della loro discografia, può essere considerato l’Exile on Main St. della bassa fedeltà: una sorta di summa dello scibile blues, proposto attraverso undici brani originali a elevato tasso alcolico. A chiudere il disco ‘Mystic Stones’, viaggio di quasi nove minuti registrata dal vivo al festival veronese Vestenastock.

Lorenz Zadro

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