È quando ti imbatti in eventi come il Montecchio Maggiore Live che capisci come e quanto amore per la musica si celi dietro alle tante associazioni, vera e propria anima per gli eventi culturali della nostra bella Italia.
Poi – se parliamo d’amore, ed abbiamo come scenario per una serata di concerti il Castello di Romeo che si illumina la notte ben visibile anche dal dirimpettaio Castello di Giulietta – tutto diventa ancora più lampante.
Siamo in Veneto, nella provincia di Vicenza che vediamo dalla torre del castello stagliarsi sorniona con le sue ville palladiane, mentre il tramonto inizia ad accogliere i primi spettatori per un evento Sold Out già da una settimana, e già questa è una notizia meravigliosa.
È una bellissima serata di fine luglio e il cartellone allestito dall’Associazione Culturale Majoris è di quelli da leccarsi i baffi, con la musica americana protagonista assoluta, dal delta mississippiano alle pendici appalachiane, grazie all’accorta scelta degli organizzatori che per gran parte dell’anno ascoltano le proposte ricevute ma soprattutto vanno, da veri curiosi quali sono, a cercare nel vasto panorama nazionale ed estero.
Ed ecco, allora, che sabato 29 luglio, gli oltre 500 spettatori hanno potuto sedersi comodamente e gratuitamente assistere ad un grande evento, ampiamente già “viziati” dalle 18 precedenti edizioni.
Montecchio Maggiore Live: i concerti
Un grande e commosso applauso accoglie la inaspettata versione a cappella di “Nothing Compares 2 U” con cui Ellen River apre la sua performance omaggiando Sinéad O’Connor, artista appena scomparsa che la songwriter emiliana ha nel cuore fin da ragazzina.
Poi, abbandonata la commozione, via al concerto che sciorina una serie di brani – solo voce e chitarra acustica – tratti dal suo nuovo album “Life” che molti tra gli addetti ai lavori considerano la grande rivelazione discografica di questo 2023.
Un sound che raccoglie al meglio tutta la musica stelle e strisce, dove si possono udire le tante contaminazioni, ma ad emergere è la grande personalità di Ellen River, che sa cantare ed interpretare i propri brani con trascinante passione.
In chiusura un’altra cover, stavolta dalla tradizione USA, con una “Will The Circle Be Unbroken” che vede anche il pubblico protagonista, a battere il tempo, quasi fossimo nelle campagne del Tennessee.
Ellen era stata notata dai membri dell’Associazione Majoris in quel di Chiari in uno dei tanti eventi organizzati da ADMR Radio quando, proprio quella sera, si esibivano anche i Sacromud e fu amore a prima vista, perciò anche la band guidata da Maurizio Pugno si è guadagnata la possibilità di salire sul prestigioso palco veneto.
Uno spettacolo nello spettacolo con il quintetto capace di stupire un attentissimo e coinvolto pubblico con sonorità mai banali e scontate, ma ricche di tutto il bagaglio culturale che ha arricchito la carriera di questi eccellenti musicisti umbri.
Ad un concerto dei Sacromud non devi aspettarti una canonica esibizione che va a riproporre standard classici del blues chicagoano o del Sud ma – piuttosto – una nuova e fresca visione di una musica che non gioca sulle individualità del quintetto ma, al contrario, crea una perfetta e fangosa amalgama, come a volerti trascinare in un viaggio tra la psichedelia e il progressive ma con sempre il blues a farla da padrone.
Devi essere veramente bravo a proporre un genere così personale e i Sacromud, accidenti, bravi lo sono per davvero, quindi complimenti oltre che a Pugno anche a Raffo Barbi, personalissimo vocalist, ad Alex e Riccardo Fiorucci rispettivamente tastiere e batteria e Franz Piombino al basso.
È quasi l’ora in cui Cenerentola deve fare rientro a casa ma dal Castello di Romeo nessuno esce, anzi cresce l’attesa per l’americana Crystal Thomas che – accompagnata dalla sezione ritmica tutta francese composta da Antoine Escalier (basso) e Pascal Delmas (batteria) a cui si aggiungono la sempre brillante chitarra del nostro Luca Giordano e l’organo Hammond di Abramo Riti – ci propone, invece lei sì, un repertorio di classic blues, sia di quello che arriva dal Profondo Sud che di quello della città ventosa, capitale del blues più moderno.
Nativa di Shreveport, Louisiana, la giovane Crystal ha la capacità di magnetizzare su di lei l’attenzione del pubblico, consapevole dei propri trucchi del mestiere e di una voce che merita attenzione, che va ad ovviare alla logica carenza di amalgama di queste formazioni costruite sulla grande professionalità e talento ma con il feeling che si deve costruire strada facendo.
Ma il pubblico ha avuto il piacere di assistere ad un concerto divertente e trascinante, di quelli che ti fanno andare a casa felici ringraziando il grande lavoro degli organizzatori che, ancora una volta, ci hanno visto giusto.
Quindi, per chiudere, un grande plauso a tutti i musicisti che si sono esibiti, ai fonici e a tutti gli organizzatori, che vedono in prima fila all’Associazione Culturale Majoris che, mi piace far notare, è composta per otto undicesimi da donne, e il risultato si è visto.
A loro si sono affiancati la Pro Loco Alte di Montecchio, con il supporto della Città di Montecchio Maggiore e dell’Assessorato alla Cultura oltre a, ovviamente, tutti gli sponsor e al pubblico sempre numeroso e attento.
Arrivederci al prossimo anno, ci saremo.
[Antonio Boschi]
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